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Ossessionata
Morgan Rice


Appunti di un Vampiro #12
E’ un libro che può competere con TWILIGHT e VAMPIRE DIARIES, uno di quei libri che vi catturerà e vi farà leggere tutto in un fiato fino all’ultima pagina! Se siete poi tipi che amate l’avventura, amore e vampiri, questo è il libro che fa per voi! ! Vampirebooksite. com (su Tramutata) OSSESSIONATA è il Libro #12 – e l’ultimo capitolo – della saga di successo APPUNTI DI UN VAMPIRO, che comincia con TRAMUTATA (Libro #1) – scaricabile gratuitamente, e vanta oltre 900 recensioni di cinque stelle! In OSSESSIONATA, la sedicenne Scarlet Paine inizia una corsa contro il tempo, per salvare il suo vero amore, Sage, prima che venga ucciso per mano degli Immortali. Separata da amiche e famiglia – e con una sola notte a disposizione, prima che Sage muoia – Scarlet è obbligata a decidere se sacrificare ogni cosa per lui. Caitlin e Caleb sono impegnati in una disperata corsa contro il tempo per aiutare la figlia, ancora determinati a trovare un modo per curare Scarlet, e porre fine al vampirismo una volta per tutte. La loro ricerca li conduce a svelare uno scioccante segreto; proveranno così a cercare l’antica città perduta dei vampiri, nascosta sotto la Sfinge in Egitto. Quello che troveranno cambierà davvero il destino della razza dei vampiri per sempre. Ma potrebbe essere troppo tardi. La nazione degli Immortali intende uccidere Scarlet e Sage, mentre Kyle, anche lui responsabile di una spirale di morte, trasforma Vivian e l’intera scuola nel suo esercito di vampiri, pronto a distruggere la città. In OSSESSIONATA, il finale scioccante della saga (in 12 libri) APPUNTI DI UN VAMPIRO, Scarlet e Caitlin dovranno fare una scelta dolorosa – che cambierà per sempre il mondo. Scarlet compirà l’estremo sacrificio per salvare la vita di Sage? Caitlin rinuncerà a tutto per salvare sua figlia? Rischieranno entrambe tutto per amore? Morgan Rice si dimostra ancora una volta una narratrice di enorme talento … Attrarrà un pubblico molto vasto, inclusi i fan più giovani del genere dei vampiri e dei fantasy. La storia culmina in un finale mozzafiato che vi sbalordirà. The Romance Reviews (su Amata)





Morgan Rice

Ossessionata (Libro #12 in Appunti di un Vampiro)




Chi ГЁ Morgan Rice

Morgan Rice è l’autrice de L’ANELLO DELLO STREGONE, una saga epica fantasy pubblicata con successo su USA Today, composta da diciassette libri, e della serie di successo APPUNTI DI UN VAMPIRO, composta da dodici libri. Ha scritto anche la serie L’ANTOLOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA, un thriller post-apocalittico, per ora composto da due libri (a cui se ne aggiungeranno altri), e la saga epica fantasy RE E STREGONI, composta da sei libri.

I libri di Morgan sono disponibili anche in formato audio e cartaceo; le traduzioni sono disponibili in piГ№ di 25 lingue.

La nuova saga fantasy epica, DI CORONE E GLORIA, sarà pubblicata nell’aprile 2016, cominciando col libro #1, SCHIAVA, GUERRIERA, REGINA.

Morgan ГЁ ansiosa di leggere i vostri commenti. Andate dunque a visitare il sito web www.morganricebooks.com (http://www.morganricebooks.com/), iscrivetevi alla mailing list. Potete anche chiedere di ricevere una copia gratuita di un suo libro ed altri omaggi, oppure scaricare le applicazioni gratuite. Qui potrete trovare le ultime news e restare in contatto via Facebook e Twitter!



Che cosa hanno detto di Morgan Rice

“E’ un libro che può competere con TWILIGHT e VAMPIRE DIARIES, uno di quei libri che vi catturerà e vi farà leggere tutto in un fiato fino all’ultima pagina! Se siete poi tipi d’avventura, amore e vampiri, questo è il libro che fa per voi!”

–-Vampirebooksite.com (su Tramutata)



“La Rice eccelle nel farvi entrare nella storia sin dall’inizio, grazie alla sua grande capacità descrittiva, che trascende la mera descrizione dei luoghi….Ben scritto, ed estremamente veloce da leggere.”

–-Black Lagoon Reviews (su Tramutata)



“Una storia ideale per i giovani lettori. Morgan Rice ha svolto un ottimo lavoro nel dar vita a continui colpi di scena…Fresco e unico. La serie ruota intorno ad una ragazza…una straordinaria ragazza!…Facile da leggere ma estremamente incalzante… Merita PG.”

–-The Romance Reviews (su Tramutata)



“Ha catturato la mia attenzione fin dall’inizio e non l’ha più lasciata andare….La storia è una grandiosa avventura, dal ritmo incalzante, ed è ricca di azione sin dall’inizio. Non contiene una sola pagina noiosa.”

–-Paranormal Romance Guild (su Tramutata)



“Ricco di azione, amore, avventura e suspense. Mettete le mani su questo libro e ve ne innamorerete perdutamente.”

–-vampirebooksite.com (su Tramutata)



“Una grande trama: questo è proprio il libro che avrete difficoltà a mettere via la notte. Il finale mozzafiato è così spettacolare che vi farà venire immediatamente voglia di acquistare il libro successivo, per vedere che cosa accade.”

–-The Dallas Examiner (su Amata)



“Morgan Rice si dimostra ancora una volta una narratrice di enorme talento….Attrarrà un pubblico molto vasto, inclusi i fan più giovani del genere dei vampiri e del fantasy. La storia culmina in un finale mozzafiato che vi sbalordirà.”

–-The Romance Reviews (su Amata)



Libri di Morgan Rice




DI CORONE E GLORIA


SCHIAVA, GUERRIERA, REGINA (Libro #1)




RE E STREGONI


L’ASCESA DEI DRAGHI (Libro #1)


L’ASCESA DEL PRODE (Libro #2)


IL PESO DELL’ONORE (Libro #3)


LA FORGIA DEL VALORE (Libro #4)


IL REGNO DELLE OMBRE (Libro #5)


LA NOTTE DEI PRODI (Libro #6)




L’ANELLO DELLO STREGONE


UN’IMPRESA DA EROI (Libro #1)


LA MARCIA DEI RE (Libro #2)


DESTINO DI DRAGHI (Libro #3)


GRIDO D’ONORE (Libro #4)


VOTO DI GLORIA (Libro #5)


UN COMPITO DI VALORE (Libro #6)


RITO DI SPADE (Libro #7)


CONCESSIONE D’ARMI (Libro #8)


UN CIELO DI INCANTESIMI (Libro #9)


UN MARE DI SCUDI (Libro #10)


UN REGNO D’ACCIAIO (Libro #11)


LA TERRA DEL FUOCO (Libro #12)


LA LEGGE DELLE REGINE (Libro #13)


UN GIURAMENTO DI FRATELLI (Libro #14)


UN SOGNO DI MORTALI (Libro #15)


UN TORNEO DI CAVALIERI (Libro #16)


IL DONO DELLA BATTAGLIA (Libro #17)




LA TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA


ARENA UNO: MERCANTI DI SCHIAVI (Libro #1)


ARENA DUE (Libro #2)




APPUNTI DI UN VAMPIRO


TRAMUTATA (Libro #1)


AMATA (Libro #2)


TRADITA (Libro #3)


DESTINATA (Libro #4)


DESIDERATA (Libro #5)


PROMESSA (Libro #6)


SPOSA (Libro #7)


TROVATA (Libro #8)


RISORTA (Libro #9)


BRAMATA (Libro #10)


PRESCELTA (Libro #11)


OSSESSIONATA (Libro #12)









Ascolta la serie APPUNTI DI UN VAMPIRO in formato audiolibro!


Copyright В© 2016 di Morgan Rice



Tutti i diritti sono riservati. Fatta eccezione per quanto previsto dalla Legge sul Copyright degli Stati Uniti d'America del 1976, nessuno stralcio di questa pubblicazione potrГ  essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o mezzo, nГ© inserito in un database o in un sistema di backup, senza che l'autore abbia prestato preventivamente il consenso.



La licenza di questo ebook ГЁ concessa soltanto ad uso personale. Questo ebook non potrГ  essere rivenduto o trasferito ad altre persone. Se desiderate condividere questo libro con altri, vi preghiamo di acquistarne una copia per ogni richiedente. Se state leggendo questo libro e non l'avete acquistato, o non ГЁ stato acquistato solo a vostro uso personale, allora restituite la copia ed acquistatela. Vi siamo grati per il rispetto che dimostrerete alla fatica di questa autrice.



Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono  utilizzati a puro scopo d’intrattenimento. Qualsiasi somiglianza a persone reali. viventi o meno, è frutto di una pura coincidenza.



Copyright di immagine di copertina di Subbotina Anna, su licenza di Shutterstock.com.


“Così, con un bacio, io muoio.”

В В В В --William Shakespeare
В В В В Romeo e Giulietta



CAPITOLO UNO


Ferma sul tetto dell'antico Castello di Boldt, Scarlet Paine sentì le grida di dolore di Sage riecheggiare nella fredda notte di novembre: ognuna era una coltellata diretta al suo cuore. Non riusciva a sopportarlo, non poteva accettare l'idea che Sage fosse torturato a morte dalla sua stessa gente, solo perché l'amava e non era disposto ad ucciderla per vivere altri duemila anni. Scarlet non aveva mai neppure sognato di essere amata con una tale intensità da qualcuno, che fosse disposto a sacrificarsi per lei. E ora lei era lì, e stava per fare lo stesso sacrificio per lui.

Lore, il cugino di Sage, l'aveva attirata al castello di Boldt. Gli Immortali vivevano da duemila anni ma il loro tempo era destinato a terminare con il tramonto della luna, e Lore desiderava disperatamente ucciderla, perchГ© era l'unico modo per salvare la loro vita. Scarlet, l'ultima vampira sulla terra, doveva essere sacrificata. Sebbene sapesse che si trattava di una trappola, non aveva potuto non andarci. Sapeva che quella notte sarebbe morta ma ne sarebbe valsa la pena, se in questo modo avesse avuto una possibilitГ  di salvare Sage.

Un altro grido di Sage trafisse la notte. Scarlet non poteva sopportare di sentirne altri. Si mise in piedi e spiegГІ le ali, librandosi pochi centimetri sopra le tegole inclinate del vecchio castello. Poi, col cuore che batteva forte, volГІ in basso ed entrГІ da una finestra.

Si ritrovò in un enorme stanzone. Scarlet volò nell’ombra, tenendosi rasente al soffitto a volta ,che si alzava di circa trenta metri, e si fermò su una vecchia trave. Sentì un'ondata di calore proveniente dal basso, e guardò giù. La sala era gremita da una folla di Immortali, tesi ed infuriati. Dovevano essere almeno mille. Sembravano uno sciame d’insetti: alcuni camminavano avanti e indietro, mentre altri volavano a pochi metri di distanza dal suolo. Tutti, in ogni modo, si mantenevano abbastanza in basso da non riuscire a scorgerla, nascosta nell’ombra.

Scarlet si strinse alla trave, sentendo le mani sudate per l’ansia, pronta a scattare in attesa della sua occasione.

Di sotto, gli Immortali guardavano tutti in una direzione, una piattaforma sopraelevata, che si trovava ad un'estremità della stanza: lì sopra un uomo altissimo brandiva un lungo bastone, con cui sembrava intento a colpire una grande croce.

Scarlet piegГІ la testa confusa, quando la croce sembrГІ muoversi. Poi comprese che qualcuno era stato incatenato alla croce, qualcuno che si contorceva per il dolore, ogni volta che il bastone dell'uomo lo colpiva.

Il suo cuore sobbalzò quando capì: Sage.

La rabbia si impadronì di Scarlet, riempiendo tutto il suo essere. L'uomo che amava era legato per le mani e per i piedi. Aveva la testa ripiegata sul petto per lo sfinimento e i capelli imperlati di sudore. Il sangue gli scorreva sul dorso, formando una pozza proprio ai suoi piedi. Scarlet voleva urlare, ma, al contempo, sapeva di dover restare in silenzio per non rischiare di essere scoperta dalla folla. Provò un senso di nausea, constatando che la tortura di Sage era lo spettacolo offerto lì e che il suo amore era il destinatario del loro odio.

Scarlet osservò con orrore sul palco l’uomo alto, avvolto in un lungo mantello cremisi, brandire il bastone con una croce ad un’estremità per poi colpire con violenza il pavimento. Le pietre emisero un forte suono, che riecheggiò in un gigantesco ambiente.

“Cederai?” l'uomo urlò. “Rinuncerai alla ragazza?”

Probabilmente era colui che aveva deciso di ricorrere alla tortura e Scarlet suppose che dovesse essere il leader degli Immortali. RicordГІ di quando Sage le aveva raccontato dell'uomo che comandava la sua razza. Si trattava di Octal, e, per quanto ne sapeva, era un tiranno violento.

“Rispondimi!” Octal gridò.

Tutta la folla si beffГІ della vittima.

Scarlet non riuscì a sentire la risposta di Sage da quella distanza, ma capì subito che non era stata certamente quella che Octal voleva sentire, perché l'uomo si fece avanti e colpì il petto di Sage col bastone metallico. Lui emise un urlo agghiacciante.

La ragazza non poteva più aspettare. Uscì dal suo nascondiglio e gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.

“BASTA!”

Quando iniziò a calare sulla folla, tutti gli Immortali si volsero all’unisono verso di lei, con un rapido movimento. Scarlet ebbe paura e le ali improvvisamente si bloccarono. Iniziò a precipitare, precipitando verso la folla infuriata di sotto.

Da lontano, Scarlet sentì Sage gridare il suo nome. Era l'urlo disperato di un uomo innamorato, il cui cuore gli era stato strappato dal petto, un uomo che soffriva nel vedere la sua amata precipitare verso la morte, perché quella vista era peggio del dolore che stava patendo.

Scarlet sbattГ© freneticamente le ali, ma era inutile. Il terrore che provava aveva avuto la meglio sui suoi poteri e continuГІ a precipitare sempre piГ№ velocemente, diretta sugli Immortali infuriati. Sapeva che, quando fosse atterrata, l'avrebbero ridotta a brandelli, perchГ© la sua morte era l'unico modo per garantire la loro sopravvivenza. Grida di scherno si udivano sempre piГ№ forti, man mano che si avvicinava loro.

Durante la caduta il tempo sembrГІ rallentare e i volti dei suoi amici e familiari le passarono davanti nella mente: la sua migliore amica, Maria, sua madre Caitlin, Ruth, la sua cagna. Persino Vivian le apparve, sebbene Scarlet la odiasse.

Poi, un bel volto si palesò nella sua mente, un volto che la fece sussultare: quello di Sage. Durante la sua strana caduta a rallentatore, Scarlet fece a tempo a piegare la testa di lato e a guardare il vero Sage negli occhi. Sebbene fosse ricoperto di sudore e sangue e avesse una  smorfia di dolore dipinta sulle labbra, non era meno bello per lei di quanto ricordasse. Nell’istante in cui si guardarono, Scarlet avvertì l’amore inondarla. Pur sapendo che solo pochi secondi la separavano dalla morte, non ne ebbe più timore, perché sapeva che sarebbe morta amata.

Chiuse gli occhi e si preparГІ all'impatto.

Ma, prima che la ragazza arrivasse a colpire il suolo, Octal si fece avanti e fissò il suo sguardo su Scarlet in caduta libera. Senza mostrare alcuno sforzo od emozione, l'uomo si alzò in aria, dirigendosi verso di lei. Afferrò la ragazza per un braccio, attirandola a sé per impedirle di precipitare. In un attimo, Scarlett sentì svanire quella sensazione di caduta rapida e senza rimedio: fu sostituita da una gentile calma, ed incominciarono a scendere in modo controllato fino al suolo.

Scarlet aprì gli occhi, quasi incapace di credere di essere ancora viva. Ma, se la paura di una morte istantanea era svanita, era perfettamente consapevole del fatto che il pericolo non era passato. Octal l'aveva salvata dallo schianto contro le fredde lastre del pavimento della chiesa, ma certo non  l’aveva fatto per compassione. Era un torturatore. Probabilmente, l’aveva salvata soltanto per poterla uccidere in un modo più doloroso.

Lei adocchiГІ Sage, guardando al di sopra della spalla di Octal.

“Scarlet!” Sage gridò.

Octal la mise giù. La folla avanzò, ma Octal sollevò le braccia, facendo cenno a tutti di indietreggiare. Gli Immortali obbedirono. Scarlet non sapeva il motivo, ma Octal stava dando a lei e Sage un'ultima possibilità di stare insieme, l’occasione di dirsi addio.

Con gli occhi di mille Immortali furiosi puntati su di lei, Scarlet corse verso Sage. Aveva gli occhi colmi di lacrime, mentre lo abbracciava ed affondava il viso nel suo collo. La pelle di Sage era calda, come se fosse febbricitante. Lei lo strinse quanto più forte possibile, pensando che probabilmente sarebbe stata l’ultima volta.

“Scarlet” Sage le mormorò nell'orecchio.

La ragazza si fece indietro e gli sorresse la testa. I suoi occhi erano pesti e doloranti, e il labbro superiore era spaccato e gonfio. Il cuore le doleva nel vederlo in quello stato. Voleva baciarlo, allontanare tutto il dolore e guarirlo, ma sapeva che non c'era tempo. Invece, spostГІ un ricciolo di capelli dal suo viso e lo baciГІ delicatamente sulla fronte, l'unica parte di lui che non sembrava gonfia o ferita.

“Come mi hai trovato?” le chiese.

“Lore. Mi ha lasciato un messaggio, in cui mi diceva che eri qui.”

Il timore si palesò nello sguardo di Sage. “E' una trappola. Ti uccideranno.”

“Lo so” Scarlet sussultò. “Ma dovevo vederti. La mia vita è finita, in ogni caso.”

Lei pensГІ ai suoi genitori e ai loro continui litigi, alla promessa della madre di sradicarla, alla sua casa razziata da Lore, a Vivian che odiava con tutta se stessa e alle amiche, che apparentemente l'avevano allontanata.

“Tu sei la sola cosa buona che mi sia rimasta nella vita” lei aggiunse con sincerità. “Ricordi quando ti ho detto, che, se fossi morto, sarei morta con te?”

La ragazza provò a sorridere per apparire rassicurante, ma negli occhi di Sage trasparì una punta di dolore, che la colpì allo stomaco.

Lui scosse la testa.

“Volevo che tu vivessi, Scarlet” sussultò, trasalendo per il dolore causato dal bastone di Octal. “Non capisci? L'unica cosa che mi confortava durante la tortura era sapere che saresti sopravvissuta dopo la mia morte.” Sospirò. “Ma ora moriremo entrambi.”

Scarlet tenne la testa pesante di Sage tra le mani. “E che mi dici di quello che voglio io?”

“Tu sei giovane” Sage disse con una smorfia. “Non sai quello che vuoi. Io ho vissuto per duemila anni, e la sola cosa che abbia mai avuto un senso per me sei tu. Non voglio che tu muoia per me!”

“Giulietta era troppo giovane?” Scarlet rispose inflessibilmente, ricordando la notte magica che avevano trascorso insieme, assistendo alla tragedia di Shakespeare.

In quel momento, lei sentì la folla rumoreggiare alle sue spalle, e capì che Octal non l’avrebbe fermata ancora a lungo.

“In ogni caso” replicò con un sorriso dolce amaro, “ora è troppo tardi perché io cambi idea.”

“Non è così” Sage contestò. “Ti prego, Scarlet. Vola via. C'è ancora tempo.”

Scarlet rispose baciandolo intensamente sulle labbra.

“Non ho paura di morire” ribatté decisa. Poi, mise il braccio attorno alla vita di Sage e si voltò ad affrontare la folla che voleva la sua morte. “Fino a quando saremo insieme.”




CAPITOLO DUE


Una guerra di vampiri.

Il mare sotto di loro era scuro come la notte. Caitlin ascoltava il motore rombare, mentre il piccolo aereo militare volava in mezzo alle nuvole, e quelle parole continuavano a riecheggiare nella sua mente. Non riusciva a capire come si fosse giunti a tutto questo: sua figlia era volata via nel cuore della notte, lasciando lei e Caleb a cercarla disperatamente.

La preoccupazione che provava per Scarlet la stava consumando, aveva lo stomaco bloccato.

Caitlin avvertì una sensazione, forte e primordiale, sopraffarla. Era certa. Si mise improvvisamente dritta e afferrò il braccio di Caleb.

“Riesci a sentirla?” chiese il marito, studiando la sua espressione.

Caitlin si limitГІ ad annuire, digrignando i denti come per indicare il desiderio di stare con sua figlia.

“E' in pericolo, Caleb” Caitlin disse, trattenendo le lacrime, che minacciavano di strozzarla.

Il marito tornò a guardare il parabrezza e serrò la mascella. “Saremo presto con lei. Te lo prometto. Andrà tutto bene.”

Caitlin voleva disperatamente credergli, ma una parte di lei era scettica. Scarlet era volata volontariamente fino a quel luogo, a quel castello pieno di crudeli Immortali. Come madre, Caitlin non aveva avuto far altro che seguirla. Come vampira, Scarlet era certamente in un pericolo maggiore di un normale adolescente.

Un altro presentimento s'impossessГІ di Caitlin. Ma, stavolta, era peggiore di quello precedente. Non era soltanto il dolore della separazione dalla figlia, ma era qualcosa di peggio.

Scarlet era in pericolo mortale.

“Caleb” Caitlin disse frettolosamente. “Lei è laggiù ed è in pericolo. Dobbiamo atterrare. Subito.” L'urgenza nella sua voce fece venir fuori le parole in forma di rapido sussurro.

Caleb annuì e guardò verso un lato. Sotto di loro, si agitavano le onde cupe.

“Non abbiamo un posto in cui atterrare” lui disse. “Non voglio tentare un atterraggio in mare. E' troppo pericoloso.”

Senza esitare oltre, la moglie esclamò: “Allora dovremo lanciarci.”

Caleb spalancò gli occhi. “Caitlin, sei pazza?”

Ma, mentre il marito ancora parlava, lei si diresse verso il paracadute e lo indossГІ.

“Non sono pazza” lei disse. “Sono soltanto una madre, la cui figlia ha bisogno di lei.”

Non aveva ancora finito di parlare che, di nuovo, quell’impellente bisogno di aiutare sua figlia s'impossessò di nuovo di lei. Era riuscita a stento a scorgere una forma a distanza, e pensò che si trattasse di un edificio.

La pioggia cominciò a cadere, disegnando linee sul parabrezza dell’aereo e riflettendo la luminosa luce della luna, e Caleb strinse forte la barra.

“Vuoi che lasci precipitare l'aereo” lui disse calmo; era una constatazione più che una domanda.

Caitlin finì di allacciare l'imbracatura del paracadute. “Sì.”

TirГІ poi fuori quella per Caleb. Il marito si limitГІ a guardarla, con un'espressione incredula.

“Non c'è un posto dove far atterrare l'aereo” Caitlin aggiunse fermamente. “L'hai detto anche tu.”

“E se anneghiamo?” Caleb disse. “Se le onde fossero troppo forti? L'acqua troppo fredda? Come potremo aiutare Scarlet se saremo morti?”

“Devi fidarti di me” Caitlin disse.

Lui fece un respiro profondo. “Quanto sei sicura che Scarlet sia vicina?”

Caitlin guardò Caleb, mentre un nuovo presentimento la colse. “Ne sono sicura.”

Caleb serrГІ la mascella, poi scosse la testa.

“Non riesco a credere che lo sto facendo” sbottò.

Poi, si liberò rapidamente dalla cintura di sicurezza, che aveva intorno alle spalle, e indossò   l’imbracatura del paracadute. Una volta pronto, si volse verso Caitlin, dicendo: “Questo non sarà divertente. E non finirà bene.”

Lei gli si fece vicina, prendendogli la mano. “Lo so.”

L’uomo annuì, ma Caitlin lesse timore sul suo volto e preoccupazione nei suoi occhi.

E poi, premette il pulsante per aprire il portellone.

D’improvviso una ventata d'aria li colpì. Caitlin sentì i capelli scompigliarsi nell'aria gelida, poi fu proiettata in alto con tale velocità, che lo stomaco parve rimbalzare nel frattempo.

Infine si ritrovarono a precipitare.




CAPITOLO TRE


Vivian si svegliГІ di soprassalto, ritrovandosi sdraiata su una chaise longue nel suo giardino. Il sole era tramontato da molto tempo oramai e la notte era rischiarata soltanto dalla luce lunare, che si rifletteva sulla superficie della piscina.

Guardandosi intorno, notГІ il caldo bagliore arancione che usciva dalle finestre della villa familiare a baciare il prato curato alla perfezione.

Vivian si tirГІ su e fu colpita da un'onda di dolore. SembrГІ avvolgerla completamente, visto che ogni singola terminazione nervosa era in fiamme. Aveva la gola secca e un forte mal di testa, un violento dolore pulsante, quasi come se avesse dei pugnali dietro gli occhi.

AfferrГІ i braccioli della chaise longue nel tentativo di mantenersi dritta, mentre la nausea la investiva.

Che cosa mi sta succedendo?

I ricordi cominciarono a riaffiorare: denti che si avvicinavano a lei, un dolore profondo al collo, il suono del respiro grottesco di qualcuno nel suo orecchio, l'odore del sangue che le invadeva le narici.

Mentre queste immagini scorrevano nella sua mente, strinse i braccioli con forza sempre maggiore: l’orrore non era finito! Il cuore le batteva forte e lo stomaco le faceva male, mentre riaffiorava il ricordo di quando Joe l'aveva trasformata in vampira. Nella sua morsa, la chaise longue si spaccò.

Vivian balzò in piedi, allarmata dalla sua stessa forza, ed, immediatamente, il dolore che aveva provato svanì. Si sentiva diversa, quasi come se stesse vivendo in un nuovo corpo.

Una forza, che prima non esisteva, le scorreva nelle vene. Come cheerleader era stata una ragazza forte ed atletica, ma ora sentiva di non essere semplicemente in gran forma. Era piГ№ che forte. Si sentiva invincibile.

Ma non era soltanto una questione di forza. C'era dell'altro che stava crescendo dentro di lei. Rabbia. Collera. Il desiderio di causare dolore. Il desiderio di vendetta.

Voleva far soffrire Joe, per punirlo di quello che le aveva fatto. Voleva fargli del male, così come lui gliene aveva fatto.

Si era appena incamminata verso la villa, determinata a ricostruire quello che era successo ed a trovarlo, quando le porte del patio si spalancarono. La ragazza si fermГІ, vedendo uscire sua madre, con indosso delle ciabatte impellicciate rosa e con pompon, una vestaglia di seta e occhiali da sole Prada. Era tipico della donna indossare gli occhiali da sole, persino al buio. Aveva i bigodini in testa, segno che si stava preparando per uscire, probabilmente per andare ad uno dei sui stupidi eventi sociali.

Alla vista della madre, Vivian sentì quella neonata rabbia ribollire dentro di sé e chiuse le mani a pugni.

“Che cosa ci fai qua fuori?” brontolò la donna, con quella sua forte voce critica, che stava sui nervi a Vivian. “Dovevi prepararti per la festa dei Sanderson!” La madre si fermò, mentre la figlia fece un passo nella luce. “Oh santo cielo, sembri morta! Vieni dentro, presto, così ti sistemo i capelli.”

I lunghi capelli biondi di Vivian erano stati il suo orgoglio e la sua gioia, la fonte d'invidia delle sue compagne di scuola e una potente calamita per i ragazzi piГ№ carini; ora, tuttavia, a Vivian non importava affatto di come fossero. Tutto ciГІ a cui riusciva a pensare erano quelle nuove sensazioni che avvolgevano il suo corpo, la fame che l'assillava brutalmente alla bocca dello stomaco, e il desiderio di uccidere che le pulsava tra le vene.

“Forza!” la madre scattò, facendo tremare i bigodini sulla testa. “Che cosa stai facendo ferma lì?”

Vivian sentì un sorriso formarsi sull'angolo della bocca. Fece un altro passo, lento, verso sua madre. Quando parlò, la sua voce era fredda e distaccata.

“Non andrò alla festa dei Sanderson.”

La madre sostenne il suo sguardo carico di astio.

“Non vieni?” ribatté. “Non è un'opzione, signorina. Questo è uno degli eventi più importanti in calendario quest'anno. Se non verrai, comincerà ogni sorta di pettegolezzo. Ora sbrigati, ci resta soltanto un'ora prima dell'arrivo dell'auto. E guarda le tue unghie! Sembra che tu abbia strisciato nel fango!”

SfoggiГІ uno sguardo di incredulitГ , misto a scetticismo e vergogna.

La rabbia di Vivian continuava a montare. PensГІ al modo in cui sua madre l'aveva trattata per tutta la vita, dando sempre la prioritГ  ai suoi impegni sociali, preoccupandosi soltanto della sua perfetta apparenza, con cui voleva mostrarsi al mondo. Odiava quella donna, piГ№ di quanto non riuscisse ad esprimere a parole.

“Non andrò alla festa dei Sanderson” Vivian ringhiò, avvicinandosi sempre di più alla madre.

Si rese conto che una sola parola poteva indicare quel che stava facendo: braccare. Era quello che gli animali facevano in natura, quando si avvicinavano alla loro preda. Un brivido di aspettativa le corse lungo la schiena, mentre osservava l'espressione materna passare da frustrata a spaventata.

“Non verrò alla festa dei Sanderson” Vivian disse, “o a quella dei Johnson, dei Gilbertson o Smyth. Non andrò mai più ad una festa.”

Lo sguardo negli occhi della madre fu qualcosa che Vivian non voleva dimenticare.

“Che cosa ti è preso?” lei disse, stavolta ostentando un tremolio nervoso nella voce.

Vivian si avvicinГІ di piГ№. Si leccГІ le labbra e fece scrocchiare il collo.

La madre indietreggiГІ, terrorizzata.

“Vivian …” esordì.

Ma non ebbe la possibilitГ  di completare la frase.

Vivian balzГІ, con i canini ben esposti, le mani tese. AfferrГІ la madre, le piegГІ la testa all'indietro e le affondГІ i denti nel collo. Gli occhiali Prada caddero al suolo, e lei li calpestГІ sotto i piedi.

Il cuore di Vivian cominciò a battere più forte, mentre l'acuto sapore del sangue le riempiva la bocca. Quando la madre si afflosciò, priva di vita, tra le sue braccia, Vivian sentì un incredibile senso di trionfo impadronirsi di lei.

LasciГІ cadere a terra il corpo privo di vita della donna, ormai ridotta a un insieme di arti contorti e vestiti di alta moda. I suoi occhi privi di vita erano fissi su Vivian, ormai ciechi. La ragazza osservГІ con distacco e si leccГІ il sangue sulla labbra.

“Addio, mamma” disse.

Si voltГІ e prese a correre verso la zona buia del giardino, accelerando progressivamente, e, in men che non si dica, si trovГІ a volare nel cielo notturno, al di sopra di quella casa perfetta, sfrecciando nella notte freddissima. Avrebbe trovato il responsabile della sua nuova condizione e lo avrebbe ridotto a brandelli.




CAPITOLO QUATTRO


Kyle camminava lungo la strada di periferia nei pressi della casa di Vivian, illuminata soltanto dalla luce lunare, che disegnava gli alberi come sagome scheletriche allineate, una dopo l’altra. Si leccò il sangue secco dalle labbra, ricordando con gioia l’omicidio che aveva commesso, l'espressione di timore e terrore di Vivian.

Ne fu confortato. Era certo che lei sarebbe stata la prima di molte, la prima vittima e la prima recluta dell'esercito dei vampiri che stava per creare.

Il liceo. Quella sarebbe stata la sua prossima tappa. Aveva un forte desiderio di trovare la ragazza che lo aveva tramutato, Scarlet. Forse l'avrebbe trovata lì, o qualcuno avrebbe saputo dove fosse.

In ogni caso, quello era un posto che gli sarebbe andato certamente bene, perché avrebbe potuto nutrirsi del sangue di un’innumerevole folla di ragazzini, che avrebbe tramutato. Sin dalla trasformazione di Vivian, aveva trovato di suo gusto il sangue degli adolescenti, e ancor più apprezzava l'idea di un obbediente piccolo esercito pronto a seguirlo.

Voleva portare il caos in quella cittГ , e nel mondo.

Kyle cominciò a correre lungo il marciapiede, poi si fermò improvvisamente, scoppiando a ridere: si era ricordato di essere un vampiro, con forza e doti che un normale essere umano non sarebbe riuscito neppure ad immaginare, e – tra queste – la capacità di volare.

Era l'unica cosa che non aveva ancora provato a fondo. E ora, aveva intenzione di provare tutto ed assaporare ogni istante della sua nuova condizione. Voleva librarsi nel cielo, e guardare in basso quelle formiche così insignificanti che vivevano le loro piccole vite noiose. Voleva piombare su di loro, e dare loro la caccia come un'aquila che piomba sulla sua preda.

Sorridendo, fece due grandi balzi e spiccГІ il volo.

Fu straordinario. Il vento lo sferzГІ, scompigliandogli i capelli, mentre volava piГ№ in alto, sempre piГ№ in alto nel cielo. Sotto di lui, vide le luci della cittГ . PensГІ a tutte le persone chiuse nelle loro case, che ignoravano l'inferno che stava per scatenarsi. ScoppiГІ a ridere da solo, immaginando il caos che presto avrebbe generato. Nulla gli avrebbe dato piГ№ gioia di rovinare la vita di ogni singolo uomo.

Ben presto, Kyle avvistò il liceo a distanza, sotto di lui. La polizia aveva posizionato un blocco intorno ad una grande area del quartiere, inclusa ogni strada che conduceva alla scuola. Ogni via era pattugliata da auto delle forze dell’ordine.

Idioti, Kyle pensГІ, volando proprio sopra di loro, del tutto inosservato.

Evidentemente erano del tutto inconsapevoli. Era chiaro che l'idea di un vampiro assassino a piede libero superava le capacitГ  del loro piccolo cervello; perciГІ, nella loro testa, lo avevano limitato, degradandolo ad un assassino comune. Non avevano idea di che cosa li aspettasse.

Quando Kyle si avvicinГІ all'entrata della scuola, vide pezzi di nastro della polizia svolazzare al vento, da dove quei due uomini avevano provato a sparargli. Vide il suo stesso sangue. Strinse i pugni e pensГІ a come nessuno potesse fermarlo. Ora era immortale. Auto, proiettili, nulla poteva arrestare la sua furia.

Allora, decise di prendere l'entrata sul retro. Scese sul campo sportivo, dove si stava svolgendo l'allenamento di football alla luce dei riflettori, e si abbassò, confondendosi nell’ombra. Grazie alla sua vista super sviluppata, individuò due auto della polizia parcheggiate proprio dietro all'angolo, nel tentativo di passare inosservate. Forse, Kyle pensò con un sorriso, potevano passare inosservate all'occhio umano. Ma non per un vampiro.

Il posto era in disordine. Vetri infranti e rifiuti erano tutti sparsi sul pavimento. Si chiese come avessero fatto a convincere qualcuno dei ragazzi a restare nella scuola. Era certo colpa del fatto che ignoravano del tutto la realtГ , suppose.

Raggiunse le porte chiuse della palestra, che reputava la miglior strada per entrare nella scuola. Anche lì, notò, era presente la sicurezza. Vide un ragazzo robusto fermo davanti alle porte, più grosso di lui. Era la sorta di guardia di sicurezza che sarebbe stata meglio davanti a un losco nightclub del centro, piuttosto che in una scuola. Kyle si limitò a sorridere, assaporando la sfida di abbattere quell'uomo.

Si diresse con passo risoluto e sciolto verso la guardia di sicurezza, notando immediatamente che la mano dell’uomo era scesa alla cintura. Kyle si chiese se stesse cercando la pistola o piuttosto un walkie-talkie per chiamare rinforzi. La cosa gli era del tutto indifferente: nulla poteva disturbare Kyle. Le pistole non potevano ucciderlo e cento poliziotti non avrebbero potuto fare altro che rallentarlo.

“Hai del coraggio a tornare qui” l'uomo della sicurezza disse, mentre Kyle si avvicinava. “Sei un ricercato. Ogni poliziotto e agente della sicurezza in città ha una tua fotografia. Tutta la città ti sta cercando.”

Kyle fece un sorrisetto e allargГІ le braccia.

“Ebbene, eccomi qua” lui rispose.

L'uomo della sicurezza provò a non tradire preoccupazione sul volto, ma Kyle avvertì la sua paura

“Che cosa vuoi?” chiese, con voce malferma.

Kyle fece un cenno con la testa, indicando le porte della palestra. Sentì la martellante musica provenire da dentro, e immaginò tutte le cheerleader all'interno nel bel mezzo dell'allenamento. Lui voleva trasformarle tutte.

Kyle si avvicinГІ alla guardia di sicurezza e lo afferrГІ per il collo, sollevandolo dal pavimento. Sebbene fosse piГ№ grosso e piГ№ alto di Kyle, la forza di Kyle era maggiore. L'uomo era a malapena piГ№ pesante di un bambino.

“Voglio creare un esercito” Kyle sussurrò nell'orecchio dell'uomo.

L'uomo emise un pianto soffocato e calciò. Kyle gli abbassò la testa e gli morse il collo. L'uomo provò a urlare, ma la presa di Kyle intorno al collo era d’acciaio. Non riuscì ad emettere un singolo suono, mentre il sangue sgorgava da lui.

Kyle gettГІ a terra la nuova vittima, sapendo di aver creato il suo secondo vampiro. Quando si sarebbe svegliato, rinato, avrebbe fatto parte del suo esercito.

Il soldato numero due.

Kyle spalancГІ le porte della palestra, e la forte musica pop riecheggiГІ insieme all'odore di sudore ed alle risate delle ragazze intente ad allenarsi.

“Ehi!” una ragazza gridò dalle tribune. “Non può stare qui.”

Lei indossava la stessa uniforme da cheerleader, che avevano le altre ragazze. Si avvicinГІ frettolosamente a Kyle, fermandosi di fronte a lui, con espressione accigliata.

“Vada fuori!” esclamò.

Kyle ignorГІ le sue richieste.

“Conosci Scarlet Paine?” le chiese.

La ragazza fece una smorfia. “Quello scherzo della natura? So di lei.”

Dietro la giovane, le altre cheerleader si voltarono a osservare che cosa stesse accadendo.

“Lei dov'è?” Kyle domandò.

La ragazza alzГІ le spalle.

“Come faccio a saperlo?” rispose.

Kyle si fece avanti e l'afferrГІ, sollevandola ben oltre la sua testa. Le altre ragazze cominciarono a urlare.

“Se qualcuna di voi sa dove si trova Scarlet Paine” Kyle gridò contro di loro, “farà meglio a parlare subito.”

Le cheerleader indietreggiarono. La ragazza che Kyle stava tenendo sollevata al di sopra della sua testa,В  si divincolГІ. Soltanto una delle ragazze che guardavano fu abbastanza coraggiosa da dire qualcosa.

“Non so dove sia” disse, tremando. “Ma le sue amiche Becca e Jasmine sono nel coro della scuola. Si stanno esercitando in fondo al corridoio.”

Kyle strinse gli occhi, rivolgendosi alla ragazza. “Stai dicendo la verità?”

Lei strinse le labbra e annuì.

Kyle abbassГІ la ragazza, che continuava a divincolarsi tra le sue braccia, e la mise a terra: lei corse verso il resto delle compagne, che la circondarono, come per farla sentire al sicuro tra di loro. Alcune perГІ piangevano.

Kyle si avvicinГІ alla parete e prese con violenza una scala. StrappГІ uno dei lunghi pioli in legno e lo usГІ per fermare le porte della palestra, incastrandolo tra le maniglie.

“Che nessuno si muova” ordinò alle ragazze terrorizzate.

Intendeva ancora tramutarle, ma doveva seguire prima la pista.

Sentì un pianto soffocato dietro di sé, quando lasciò la palestra e si diresse nei corridoi scolastici. Nonostante tutto quanto era successo, il posto brulicava ancora di ragazzi. Kyle scoppiò a ridere, quando si rese conto che dovevano aver pensato che circondare la scuola con le auto della polizia sarebbe bastato per tenerlo lontano. Stavano provando a mantenere una parvenza di normalità, così da non spaventare gli studenti o i genitori della comunità.

“Quanto possono essere stupide queste persone?” Kyle pensò sorridendo.

Si avvicinГІ ad un gruppo di ragazzi dal look alternativo, che stavano vicino ai loro armadietti. Sembravano il tipo di ragazzi di cui si circondava quando andava a scuola, il tipo che sarebbe uscito di lГ  senza prendere il diploma, e destinato a lavorare nei bar per il resto della vita.

“Amico” uno dei ragazzi disse, dando un colpetto al compagno vicino a lui. “Guarda quello straccione.”

Kyle si diresse verso il gruppo, e colpì gli armadietti con un pugno, ammaccandoli. I ragazzi saltarono per lo shock.

“Che problema hai, amico?” il ragazzo disse.

“Il coro” Kyle grugnì. “Dove si esercita?”

Una delle ragazze del gruppo, vestita in stile gotico con lunghi capelli neri, si fece avanti. “Col cavolo che te lo diciamo.”

Prima che chiunque altro del gruppo avesse anche solo il tempo di battere le palpebre, Kyle afferrГІ la ragazza e la attirГІ a sГ©. Le affondГІ i denti nel collo e succhiГІ. Nell'arco di pochi secondi, la ragazza si afflosciГІ priva di vita tra le sue braccia. Il resto del gruppo urlГІ.

Kyle lasciГІ cadere a terra la ragazza, e si asciugГІ il sangue dalle labbra col dorso della mano.

“Il coro” ripeté. “Dove si esercita?”

Il ragazzo che per primo aveva parlato, puntГІ un dito tramante verso la fine del corridoio. Accanto a lui, due delle amiche piangevano e si abbracciavano, i loro sguardi di terrore erano fissi sul cadavere della ragazza.

Kyle fece per andarsene, ma aveva fatto soltanto due passi, quando tornò indietro e afferrò le due ragazze che piangevano. Morse prima una, e poi l'altra, facendo scorrere il sangue dai loro colli, così da fermare il loro pianto, mutandolo finalmente in silenzio. Le gettò ai suoi piedi, le calpestò e si diresse in fondo al corridoio, lasciando il resto del gruppo a bocca aperta.

Kyle seguì il suono dei canti, fino a quando raggiunse la sala dove il coro si stava esercitando. Spalancò le porte.

Nel medesimo istante in cui entrГІ, tutti capirono di trovarsi in pericolo. I canti cessarono immediatamente.

“Jasmine. Becca” lui domandò.

Le due ragazze tremanti si fecero avanti. Le afferrГІ entrambe per il collo, sollevandole dal pavimento.

“Scarlet Paine. Ditemi dov'è.”

Le ragazze calciarono e si dimenarono nella sua stretta. Nessuna delle due riuscì a parlare, visto che Kyle le stringeva per il collo con forza eccessiva.

“Io lo so” qualcuno disse.

Tutti si voltarono, sorpresi. Kyle fece cadere Becca e Jasmine, e guardГІ la ragazza.

“Tu chi sei?” Kyle disse.

“Jojo” lei riprese. Si attorcigliò delle ciocche di capelli nelle dita, e sorrise. Indossava un top di Ralph Lauren. Chiaramente, si trattava di un'amica di Vivian.

“Allora?” Kyle disse.

“Io…” la ragazza esordì, ma poi si fermò. “Eravamo ad una festa insieme l'altra sera.”

“E?” Kyle chiese.

“L'ho vista. Con quel ragazzo. Davvero bello comunque.”

Becca e Jasmine si scambiarono uno sguardo. Jojo tossì e continuò a parlare.

“Stavano parlando del fatto che non potevano stare insieme per sempre, perché credo che lui stesse morendo o una cosa del genere.”

La pazienza di Kyle si esaurì. Volò dall'altra parte della stanza verso la ragazza, e la sollevò in aria.

“Vai dritta al punto!” le gridò.

La ragazza gli graffiò la mano intorno al suo collo. “Chiesa.”

Kyle la studiò per un momento, poi la mise giù. “Chiesa?”

La giovane annuì, con gli occhi spalancati per il terrore. Si massaggiò poi il collo.

“Chiesa. O castello. O cattedrale. Qualcosa del genere. Sono … volati via insieme.”

Se la ragazza lo avesse detto prima, i suoi compagni l'avrebbero ridicolizzata. Ma, pochi istanti dopo aver visto con i propri occhi Kyle volare nella stanza verso la loro compagna, l'idea di Scarlet Paine e un bel ragazzo che volavano via insieme, improvvisamente, appariva meno inverosimile.

Ancora dolorante sul pavimento, Becca rivolse uno sguardo furioso alla ragazza.

“Perché gliel'hai detto, Jojo?” le urlò. “E' ovvio che voglia farle del male!”

“Lealtà a Vivian” Jasmine rispose aspramente.

Le orecchie di Kyle pungevano. PensГІ al sangue dolce di Vivian. TornГІ a rivolgersi a Jojo.

“Sei una delle amiche di Vivian?” le chiese.

La ragazza annuì.

Kyle le afferrГІ la mano.

“Verrai con me.”

Il coro osservò con orrore Jojo che veniva trascinata fuori dalla stanza, fino al corridoio. Kyle la portò lungo i corridoi con lui. Tutto il posto era una scena caotica. I ragazzi che aveva tramutato avevano cominciato a banchettare. Quelli che non erano ancora stati tramutati correvano e urlavano, provando a uscire. Kyle fece un cenno d’approvazione alla ragazza gotica ed alla sua amica, mentre passava, osservandole succhiare il sangue dai loro compagni di scuola. Accanto a lui, sentì Jojo tremare.

Raggiunse la palestra e spalancГІ le porte, scoprendo che le cheerleader avevano provato a formare una piramide umana, per uscire dalle finestre in cima. La piramide crollГІ, non appena si resero conto che il loro catturatore era tornato, vanificando il loro piano.

“Brillanti” Kyle disse con una risata. “Sarete un'eccellente aggiunta alla mia famiglia.”

“Jojo!” qualcuno gridò, mentre l'amica di Vivian veniva gettata nella palestra.

Kyle si guardГІ intorno e si leccГІ le labbra.

“Che il divertimento cominci” disse a se stesso.




CAPITOLO CINQUE


L'agente di polizia Sadie Marlow guardò dalla piccola finestra, entrando nella stanza. Dentro vide solo un letto, addossato alla parete. Seduta lì, c'era la ragazza, con cui avrebbe dovuto parlare.

Lo psicologo, che si era mantenuto al suo fianco, estrasse una scheda dalla tasca. Ma prima di strisciarla nella serratura e permettere ai poliziotti di entrare, si fermГІ e si voltГІ a guardarli entrambi.

“Sapete che non siamo stati ancora in grado di farle dire una parola sensata” lo psicologo disse. “Non dice altro che �Scarlet. Scarlet. Devo trovare Scarlet.’”

Si intromise l'agente Brent Waywood, indicando il suo taccuino aperto. “E’ per questo che siamo qui, signore” “Scarlet Paine. Quel nome continua a saltare fuori nelle nostre indagini.”

Lo psicologo seguì le sue labbra.

“Capisco perché siate qui” replicò. “Solo che non mi piace che la polizia interroghi i miei pazienti.”

Brent chiuse brutalmente il taccuino, facendo un suono violento. Rivolse uno sguardo allo psicologo.

“Sono stati uccisi degli agenti” disse in tono secco. “Bravi uomini e donne non torneranno a casa dalle loro famiglie stasera, perché uno psicopatico ucciderà tutti quelli che incontrerà sulla sua strada. Che cosa vuole? Scarlet Paine. E' tutto quello che abbiamo, per andare avanti nelle indagini. Così, può capire per quale motivo interrogare la sua paziente per noi sia una priorità.”

L'Agente Marlow passeggiava avanti e indietro nervosamente, frustrata dal fatto che il partnerВ  sembrava riuscire a litigare in ogni situazione. Era convinta che il suo lavoro sarebbe stato senz'altro piГ№ semplice, se avessero lasciato a lei la possibilitГ  di fare gli interrogatori.

Infatti, a differenza di Brent, restava sempre calma, specie con i testimoni ed in particolare con quelli afflitti da problemi mentali, come la ragazza che dovevano incontrare lì. E questa era precisamente la ragione per cui il capo della polizia l'aveva mandata in quella clinica psichiatrica. Tuttavia, avrebbe voluto avere un partner migliore.

Ma un pensiero la colpì, come un pugno allo stomaco: il suo capo non aveva avuto a disposizione molti poliziotti tra cui scegliere. Oltre a quelli che ora sorvegliavano la scuola, il resto del suo distretto era composto da morti o feriti.

Si fece avanti.

“Comprendiamo che la testimone è in uno stato di fragilità” disse in tono diplomatico. “Manterremo un tono civile. Nessuna domanda. Nessun tono di voce alto. Mi creda, signore, ho sei anni di esperienza con ragazzi come lei.”

Tutti guardarono attraverso la finestrella e notarono che la ragazza si stava dondolando andando avanti e indietro, con le ginocchia contro il petto.

Alla fine lo psicologo sembrò accontentarsi di quelle promesse e consentì ai poliziotti di entrare.

Strisciò la scheda contro la serratura della porta, attese l’accensione di una lucina verde, seguita da un sonoro bip, e poi entrò per primo nella stanza, avvicinandosi alla ragazza, che era rimasta raccolta in posizione fetale.

I due agenti lo seguirono e solo allora la donna notГІ le manette che bloccavano le mani e le caviglie della ragazza, immobilizzandola.

Ne fu sorpresa. L'ospedale non ricorreva a questi metodi, se non quando il paziente manifestasse l’intenzione di far del male a se stesso o agli altri. Qualsiasi esperienza avesse affrontato quella ragazza, rifletté, doveva essere stata terribile. Per quale altra ragione una liceale sedicenne, dalla fedina penale perfettamente pulita, avrebbe potuto diventare improvvisamente pericolosa?

Fu lo psicologo a parlare per primo.

“Ci sono dei poliziotti qui che vogliono vederti” le disse in modo calmo. “Si tratta di Scarlet.”

La ragazza sollevГІ la testa. Gli occhi erano vuoti e osservarono i volti delle tre persone davanti a lei. L'Agente Marlow lesse nella sua espressione angoscia e disperazione.

“Scarlet” la ragazza gridò, tendendo le manette. “Devo trovare Scarlet.”

Lo psicologo guardГІ in silenzio i due poliziotti, mentre lasciava la stanza.


*

Maria osservò gli agenti. Da qualche parte, nei recessi più nascosti, la parte sana stava ancora funzionando, era rimasta lucida e sveglia. Ma la parte con cui aveva giocato Lore era dominante, e sembrava che una nube le oscurasse l’intelletto.

Sapeva di dover uscire da quel posto e di dover trovare Scarlet. Forse l’amica era con Sage, che, sicuramente, l'avrebbe aiutata. Sarebbe stato in grado di disfare quello che il cugino le aveva fatto.

Ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a spiegare a nessuno che non era affatto pazza, che quello non era il suo posto, ammanettata come una criminale. Le sue amiche erano andate a trovarla, e sua madre le aveva tenuto la mano, in lacrime, ma Maria non era riuscita a parlare. Qualunque cosa Lore le avesse introdotto nella mente, era immune ad ogni attacco. E si stava rinforzando. Ad ogni istante, Maria si sentiva sempre piГ№ debole. La sua capacitГ  di combattere il controllo mentale di Lore stava diminuendo, e la parte sana della sua mente si riduceva sempre di piГ№. Maria era certa che, se non avesse trovato un aiuto, sarebbe scomparsa del tutto, riducendola ad un guscio vuoto.

Waywood rimase in piedi, tenendo lo sguardo puntato su Maria. Marlow, invece, era appoggiata al bordo del letto.

“Maria, dobbiamo farti alcune domande” le disse dolcemente.

Maria provГІ ad annuire, ma non accadde nulla. Il suo corpo era diventato pesante. Era esausta. Respingere quello che Lore aveva introdotto nella sua mente era davvero faticoso.

“La tua amica, Scarlet” la poliziotta proseguì nello stesso modo gentile. “Sai dov'è?”

“Scarlet” Maria disse.

Avrebbe voluto aggiungere altro, ma le parole proprio non riuscivano ad uscirle di bocca. Frustrata, osservГІ il poliziotto roteare gli occhi.

“E’ del tutto inutile” sbottò.

“Agente Waywood, devi avere pazienza” replicò incollerita Marlow.

“Pazienza?” il collega gridò. “I miei amici sono morti! I nostri colleghi sono in pericolo! Non c'è tempo per avere pazienza!”

Intrappolata nella sua stessa mente, Maria sentì crescere la propria frustrazione. Comprendeva la preoccupazione dell'Agente Waywood e desiderava davvero essere d'aiuto. Ma, per colpa di Lore, riusciva a malapena a spiccicare una parola. Parlare per lei equivaleva a camminare su un tapis roulant: si sforzava, ma non arrivava mai da nessuna parte.

La poliziotta ignorГІ lo scatto del collega e tornГІ a rivolgersi a Maria.

“L'uomo che cerca la tua amica, si chiama Kyle. Lo hai già visto prima? L’hai mai sentita menzionarlo?”

Maria provò a scuotere la testa, ma non le riuscì neppure quello. Marlow si morse il labbro e giocherellò con il taccuino nelle mani. Maria comprese da quei gesti che stava riflettendo, probabilmente era incerta se chiederle qualcos’altro.

Infine, la poliziotta si fece avanti e strinse la mano di Maria. La guardГІ intensamente negli occhi.

“Kyle … lui è un vampiro, non è vero?”

Waywood alzГІ le braccia al cielo, deridendola.

“Sadie, sei diventata pazza! Quelle storie sui vampiri sono stupidaggini!”

La poliziotta si voltГІ rapidamente, guardando profondamente il partner.

“Non osare ripetere una cosa simile” lei disse. “Sono un’agente di polizia. E' mio dovere interrogare questa testimone. Come posso interrogarla in modo corretto, se non le dico quello che sappiamo?” Prima che il poliziotto avesse la possibilità di replicare, Sadie aggiunse: “E io sono l'Agente Marlow, grazie mille.”

Waywood la guardГІ con irritazione.

“Agente Marlow” rispose a denti stretti “è mia opinione personale che parlare di vampiri ad un testimone mentalmente instabile sia una cattiva idea.”

Lì sul letto, Maria cominciò a dondolarsi. Sentì la parte sana di lei, sepolta così profondamente da quello che Lore le aveva fatto, cominciare ad emergere. In qualche modo, il fatto che la poliziotta credesse nei vampiri stava aiutando le parti intrappolate della sua mente a liberarsi. Provò a parlare, e finalmente, un suono le fuoriuscì dalla gola.

“Guerra.”

I due poliziotti smisero di litigare e guardarono Maria.

“Che cos'ha detto?” chiese Waywood, perplesso.

Marlow si precipitГІ sul letto e si sedette accanto a lei.

“Maria?” lei disse. “Dillo di nuovo.”

“G …” Maria provò. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Stava ritornando lucida. La sua mente si stava liberando. Alla fine, riuscì a ripetere la parola. “Guerra.”

Marlow guardò il suo collega. “Penso che stia dicendo �guerra.’”

Lui annuì, mentre la preoccupazione si dipingeva sul suo volto.

Maria fece un altro respiro profondo, tentando di aiutare la parte lucida della sua mente a prendere il controllo: voleva dire loro quello di cui aveva disperatamente bisogno.

“Vampiro” disse a denti stretti. “Vampiro. Guerra.”

Il volto della donna impallidì.

“Vai avanti” la esortò Marlow.

Maria si leccГІ le labbra. Fece appello ad ogni energia residua.

“Kyle” rispose con una smorfia. “Capo.”

Marlow strinse la mano di Maria. “Kyle guiderà una guerra di vampiri?”

Maria ricambiò la stretta di mano della donna e annuì.

“Scarlet” aggiunse. “Unica. Speranza.”

L’agente di polizia fece un sospiro e si raddrizzò. “Sai dove si trova Scarlet?”

Maria digrignò i denti e cercò di parlare ancora. “Con Sage … il castello.”

Improvvisamente, un dolore acuto prese a pulsare nella testa di Maria. La ragazza emise un grido e si strinse forte la testa, tirando i capelli con le mani. Comprese subito che la parte sana della sua mente stava soccombendo di nuovo al danno che Lore le aveva causato. Se ne stava andando.

“Aiutatemi!” gridò.

La ragazza cominciГІ a tirare le manette e ad agitarsi.

Colta dal panico, Marlow si alzò. Fece un cenno al partner e ordinò “Fallo entrare”.

ProvГІ a calmare Maria, ma la ragazza aveva perso il controllo. Continuava a gridare. La porta emise un bip e lo psicologo si precipitГІ all'interno.

“Che cosa è successo?” l'uomo urlò.

“Niente” rispose Marlow, facendosi da parte. “Si è solo rivoltata.”

Si allontanГІ, mentre lo psicologo provava a calmare Maria, e si posizionГІ accanto al partner.

“Lo hai chiamato tu?” chiese, il respiro reso affannoso dall’angoscia.

“No” fu la risposta laconica.

La poliziotta lo guardГІ risentita e prese il suo walkie-talkie. Ma Waywood si fece sotto e lo afferrГІ con le mani.

“Non farlo” l'uomo sbottò. “Il capo non vuole sentir parlare di questo schifo. Ha la sua intera squadra fuori al lavoro, e tu vuoi disturbarlo perché una ragazzina folle crede che ci sia una guerra di vampiri!”

Superando anche le urla di Maria, Sadie Marlow replicГІ in un tono precipitoso e insistente.

“Il capo ci ha mandati qui per una ragione. Perché voleva interrogare una cosiddetta “ragazzina folle” se non perché pensa che possa essere di aiuto? Kyle vuole Scarlet Paine. Quella ragazza” indicò Maria, “è l'aiuto più importante di cui disponiamo per trovarla, e forse mettere la parola fine a questa storia. Se lei sa qualcosa, allora sono sicura che il capo vorrà saperlo.”

Waywood scosse la testa.

“Bene” replicò, restituendole il walkie-talkie. “C'è la tua carriera in gioco, non certo la mia. Lascia che il capo creda che sei una matta.”

Marlow prese lo strumento dal partner e premette il bottone.

“Capo? Sono Marlow. Sono all'istituto con la testimone.”

Il walkie-talkie crepitГІ.

La poliziotta stette ad aspettare, pesando le parole da utilizzare. “Dice che ci sarà una guerra di vampiri. Guidata da Kyle. E la sola persona che può fermarla è Scarlet Paine.”

Lei notò lo sguardo irritato del partner e si sentì una vera stupida. Poi, il walkie-talkie crepitò di nuovo, e si udì la voce del capo della polizia.

“Sto arrivando.”




CAPITOLO SEI


Scarlet tossì e si tolse la polvere dagli occhi. Era confusa e provò a capire che cosa stava accadendo. Un istante prima, gli Immortali stavano avanzando su di lei e Sage, e, subito dopo, una tremenda esplosione aveva scosso il castello. Poi, il soffitto era crollato, facendo cadere mattoni, pezzi di legno e pesanti pezzi di tegole in ardesia.

Scarlet si guardò intorno, e scoprì che si trovava bloccata in uno spazio libero sotto le macerie. Era così buio che le risultò difficile vedere. La polvere le ostruiva i polmoni, rendendole difficile respirare.

“Sage?” Scarlet gridò nell'oscurità.

Qualcosa si mosse accanto a lei.

“Scarlet?” si sentì la voce di Sage. “Sei tu?”

Il cuore di Scarlet parve balzarle fuori dal petto, quando si rese conto che il suo amato era ancora vivo. Si fece largo tra macigni e detriti verso la forma curva di Sage. Lo raggiunse e lo baciГІ.

“Ti ho trovato” sussurrò.

“Scarlet, è troppo tardi” fu la replica.

Ma Scarlet non ascoltГІ. Mise le braccia intorno al busto nudo di lui, e lo fece sedere. Lui si piegГІ, debole: era a malapena in grado di tenersi su.

“Che cosa è successo?” chiese, guardandosi intorno, la voce ridotta ad un sussurro.

“Non ne ho idea” Scarlet rispose.

Lei si guardГІ di nuovo intorno, e stavolta cominciГІ a notare tutto quello che era successo e gli Immortali, sparsi lungo il pavimento, intrappolati sotto le travi e i pezzi di mattoni e di pietra del soffitto. In diversi punti si alzavano delle lingue di fiamma, come fossero strani arbusti arancioni.

Octal giaceva immobile sul pavimento, il bastone abbandonato a poca distanza, spezzato in due; la croce ad un’estremità, che aveva usato per trafiggere, Sage stava bruciando.

Scarlet non sapeva se Octal fosse morto oppure no, ma certamente sembrava non essere piГ№ in grado di far male a nessuno.

Poi, Scarlet riconobbe la fusoliera metallica aggrovigliata di un aereo militare, nel bel mezzo delle macerie. Lei sussultГІ.

“Era un aereo” lei disse. “Un aereo militare si è schiantato contro il castello.”

Sage scosse la testa, la confusione dipinta sul volto.

“Non capisco, non c’è ragione per cui ci sia qui un aereo” replicò. “Il castello è nel bel mezzo del nulla.”

“A meno che non stessero cercando proprio il castello” Scarlet soggiunse, non appena l'idea le venne in mente. “A meno che non stessero cercando me.”

In quell’istante un cumulo di mattoni si mosse, e Sage trasalì, mentre dei detriti lo colpivano a una gamba.

“Dobbiamo muoverci” Scarlet osservò.

Non era preoccupata soltanto del pericolo derivante dall'edificio danneggiato ma anche dagli Immortali. Dovevano fuggire prima che qualcuno di loro li scoprisse.

Si rivolse a Sage.

“Riesci a correre?”

Lui sollevГІ gli occhi, guardandola con occhi stanchi.

“Scarlet. E' troppo tardi. Sto morendo.”

La ragazza digrignò i denti. “Non è troppo tardi.”

Lui le afferrò le mani, e la guardò profondamente negli occhi. “Ascoltami. Ti amo. Ma devi lasciarmi morire. E' finita.”

Scarlet distolse lo sguardo, e si asciugГІ la lacrima che aveva iniziato a bagnarle la guancia. Quando tornГІ a guardarlo, si alzГІ e mise il braccio di Sage intorno alla sua spalla, aiutandolo a sollevarsi. Lui gridГІ per il dolore, e si poggiГІ a lei. Quando la ragazza cominciГІ a guidarlo in mezzo ai detriti e alle nubi di fumo pungente, disse:

“Non è finita fino a quando non lo dico io.”


*

Il castello era nel caos. Sebbene l'aereo che lo aveva colpito fosse piccolo, il danno all'antico edificio era stato colossale.

Scarlet si fece largo attraverso i corridoi, mentre le pareti crollavano intorno a lei. Stringeva forte Sage al suo fianco, sorreggendolo mentre l’uomo gemeva per il dolore. Era debolissimo e il cuore di Scarlet ne soffriva. Tutto ciò che voleva era portarlo al sicuro.

Proprio in quel momento, sentì delle urla provenire da dietro di loro.

“Stanno scappando!”

Scarlet comprese che alcuni degli Immortali stavano riprendendo i sensi. Sebbene il loro castello fosse stato distrutto, e molti dei loro fratelli giacessero feriti e morti lì intorno, il loro desiderio di vendetta li spronava, più forte di tutto.

“Sage” Scarlet disse, “stanno arrivando per noi. Dobbiamo andare più in fretta.”

Sage deglutì e fece una smorfia.

“Sto andando più in fretta che posso.”

Scarlet provò ad aumentare il passo, ma la debolezza di Sage li stava rallentando. Non poteva continuare a correre. Doveva trovare un posto sicuro dove nasconderlo, così che potessero almeno dirsi addio.

La ragazza guardò dietro di sé e scorse diversi Immortali avanzare. Lì, in fondo, per metà nascosto nell’ombra, vide Octal. Perciò, non era morto.

Quando il gruppo sia fece più vicino, Scarlet notò che metà del volto di Octal era brutalmente bruciato. Doveva aver patito un dolore atroce ma, nonostante tutto, ancora voleva far del male a lei e a Sage. Scarlet si rattristò, pensando che l'amore tra lei e Sage offendesse così tanto gli Immortali.

D’improvviso, un fortissimo schianto interruppe l’avanzata degli Immortali e Scarlet fu colpita da una massa di acqua gelata. Scrollatasi l’acqua di dosso, riuscì a intravvedere che un intero lato del castello era crollato in mare, provocando l'enorme onda che li aveva investiti.

Sentì gridare e, guardando meglio intorno, vide gli Immortali precipitare in mare. Caddero così velocemente da non avere nemmeno il tempo di volare via, per salvarsi, e furono immediatamente inghiottiti dalle onde furiose dell’oceano, non appena toccarono la superficie dell’acqua.

Il pavimento iniziГІ a crollarle sotto ai piedi e Scarlet si addossГІ al muro del corridoio, spingendo Sage indietro con il suo braccio. L'acqua scura si agitava furiosa diversi metri sotto di loro. A Scarlet sembrava di stare in equilibrio sul ciglio di una montagna.

Una sola persona era rimasta in piedi, sull'altro lato dell’ampio baratro che si era creato: Octal. Scarlet sapeva che in pochi secondi avrebbe potuto raggiungerli volando ma sembrava aver deciso di stare a guardare.

Pensa che sia inutile. Pensa che moriremo.

“Presto” lei disse a Sage. “Prima di cadere in mare.”

Mentre sorreggeva il compagno lungo il precipizio, l’acqua fredda dell’oceano le schizzava sul viso. Ad ogni passo, il pavimento si sfaldava e crollava in acqua. Il cuore di Scarlet batteva forte per l'angoscia. Pregò di riuscire ad arrivare al sicuro.

“Ci siamo” disse a Sage. “Solo pochi passi ancora.”

Ma in quel preciso istante le lastre di pietra sotto i piedi di Sage crollarono. L’uomo ebbe giusto il tempo di sollevare lo sguardo, fissandolo su di lei, prima di cadere nell'oblio.

“Sage!” Scarlet gridò, con la mano protesa, cercando di afferrarlo.

Ma era caduto.

Scarlet guardГІ dall'altra parte del baratro, e vide un sorriso dipinto sul volto brutalmente sfigurato di Octal.

Senza esitare ulteriormente, Scarlet saltГІ e, come un tuffatore da un trampolino, si gettГІ verso il basso in direzione di Sage, che stava precipitando. Pochi istanti prima che lui colpisse l'oceano, la ragazza lo prese tra le braccia.

“Ti ho preso” lei sussurrò, stringendolo al petto.

Sage era pesante. Scarlet riusciva soltanto a volteggiare, pochi metri sopra l'acqua infida. Lei sapeva che non poteva a sollevarsi di piГ№ in aria, in quanto non voleva rivelare ad Octal della loro sopravvivenza, evitando un attacco immediato.

Fu allora che vide delle grotte alla sua destra. Erano naturali, scavate nella solida roccia dall’oceano nei secoli. Il castello doveva essere stato eretto sopra di esse.

Scarlet non perse tempo. VolГІ fino alla grotta, tenendo Sage tra le braccia, e lo adagiГІ a terra. Lui si dimenГІ e si lamentГІ.

“Siamo al sicuro” Scarlet gli disse. “Ce l'abbiamo fatta.”

Ma era bagnata fradicia e tremava. Batteva i denti mentre parlava. Quando prese la mano di Sage, si rese conto che anche lui stava tremando.

“Non ce l'abbiamo fatta” le disse infine. “Te l'ho detto dall'inizio che morirò. Stanotte.”

Scarlet scosse la testa, facendo scivolare le lacrime sulle guance.

“No” lei disse.

Ma poi, si rese conto che era inutile. Sage stava morendo. Era proprio così.

Lo strinse tra le braccia, e lasciГІ che le lacrime le scendessero liberamente. Finirono sulle guance e poi sul collo. Non intendeva piГ№ asciugarle.

Scarlet si era ormai rassegnata e stava per dirgli addio, quando notГІ uno strano luccichio provenire da sotto la sua maglietta, proprio in corrispondenza del suo cuore. SbattГ© le palpebre, pensando di essere vittima di un'allucinazione. Ma il bagliore divenne piГ№ forte.

AbbassГІ lo sguardo e comprese che era la sua collana a luccicare: una luce bianca filtrava nel tessuto della maglietta.В  Prese in mano la collana. Non era mai stata in grado di aprire il ciondolo, in precedenza, ma qualcosa le diceva che stavolta sarebbe stato diverso. Si accorse che era stata bagnata dalle sue lacrime: forse, in qualche modo, erano riuscite a far schiudere il ciondolo.

Le due metà in effetti si aprirono facilmente e una luce bianca inondò la grotta, illuminando le figure di Scarlet e Sage. Nel cuore della luce, comparve un’immagine. Scarlet la studiò. Era un castello che s’innalzava nel bel mezzo del mare, ma non si trattava di quello di Boldt. Era più alto e più sottile, con una torre più elaborata.

Scarlet scosse Sage per la spalla.

“Guarda” gli disse.

Sage riuscì ad aprire a metà un occhio stanco.

Scarlet lo sentì fare un profondo respiro.

“Sai dove si trova?” lei chiese.

Sage annuì. “Sì.”

Poi, affondГІ la testa nel grembo della ragazza, esausto.

Qualcosa, dentro Scarlet, le suggeriva che quel luogo era importante, ovunque si trovasse. E se Sage lo conosceva, allora era importante anche per gli Immortali. PerchГ© la sua collana le aveva mostrato quel luogo? E per quale motivo si apriva soltanto con le sue lacrime? Di sicuro, era un indizio.

Scarlet richiuse la collana, e la luce bianca svanì, portando via con essa l'immagine di quel castello diroccato nel bel mezzo dell’oceano in tempesta. In qualche modo, sapeva, nel profondo del suo essere, che, se Sage fosse arrivato a quel castello, sarebbe sopravvissuto. Ma lei aveva pochissimo tempo a disposizione.

Si mise Sage privo di sensi sulla schiena. Era pesante, ma stavolta Scarlet era piГ№ determinata che mai, e piГ№ sicura che ci fosse speranza. SpiccГІ allora il volo.

Lo avrebbe salvato. Ad ogni costo.




CAPITOLO SETTE


Caitlin faticò a riacquistare fiato, mentre cadeva nel cielo notturno. Un momento prima Caleb aveva premuto il pulsante di espulsione e, subito dopo, improvvisamente intorno a lei l’aereo non esisteva più. Intorno a lei c’era solo aria oscura, mentre precipitava verso l’oceano ruggente.

Si guardò, cercando il marito. Lui non c'era. Provò angoscia, continuando a cercarlo e, finalmente, lo scorse sopra di lei, col paracadute aperto. A gesti le indicava la corda del suo paracadute. Non riusciva a sentirlo, perché il rumore dell’aria ruggiva intorno a lei.

Poi, comprese: il marito cercava di dirle di tirare la corda. Lo fece e, di colpo, smise di precipitare. Tutto, all'improvviso, divenne silenzioso. Lei stava librandosi, il paracadute bianco era aperto sopra di lei, come le ali di un angelo.

Caitlin respirò profondamente per calmare il battito accelerato del suo cuore. Tornò a guardare Caleb, che le mostrò i pollici in su. L’uomo, che aveva molta più esperienza in quel genere di situazioni, riuscì a fare in modo di essere quasi entrambi sulla stessa scia.

“Farà freddo!” le gridò.

Caitlin guardГІ in basso. L'acqua era vicina.

Prima che avesse anche solo la possibilitГ  di pensare alle onde ghiacciate che stavano per compirlo, un'enorme esplosione fece tremare ogni cosa.

Colta dal panico, Caitlin guardò alla sua destra e vide che l’aereo si era schiantato da qualche parte. Sopraffatta da un brutto presentimento, seppe istintivamente che si trattava proprio dell'edificio che aveva visto lontano all'orizzonte, dove il suo intuito le diceva trovarsi Scarlet.

“No!” gridò.

Un incendio scoppiГІ e pezzi di fusoliera in fiamme caddero in acqua, mentre un'enorme nube di fumo si estendeva nell'aria.

Poi, Caitlin cadde nell'oceano.

La donna ansimГІ, sommersa dall'acqua gelida. Il freddo era tanto intenso che le ossa sembravano trasformarsi in ghiaccio.

Ma il dolore acuto provocato dal gelo dell’oceano era nulla rispetto all'angoscia che le stava attanagliando il cuore. Davanti ai suoi occhi, l'edificio in cui Caitlin era certa si trovasse sua figlia, ora era in fiamme. Riuscì a vedere, semi nascosta dalla nebbia, il soffitto crollare. Un istante dopo, il muro che si ergeva sulla riva crollò anch'esso nell'oceano, lasciando una profonda spaccatura sul lato esterno.

“Caitlin!” la voce di Caleb si fece sentire da una breve distanza.

Caitlin scosse la testa, e riprese i sensi. Il marito si era giГ  liberata del paracadute, che ora galleggiava poco distante, trascinato dalla forte corrente, e si avvicinava a lei a nuoto.

“Togliti l'imbracatura!” Caleb le gridò non appena la raggiunse.

Caitlin obbedì sentendosi immediatamente più leggera nell'acqua. Ma il corpo era ancora stanco, e gli abiti inzuppati la stavano spingendo giù.

“Dobbiamo arrivare sulla terraferma” Caleb disse.

Con un braccio provò poi a sostenere la moglie. Lei sentì che lui tremava. Capì che si sforzava di essere forte per lei ma stavano rischiando davvero molto.

“Pensi di riuscire a nuotare fin là?” il marito aggiunse, indicando con il capo il Castello di Boldt, ormai crollato.

Caitlin battГ© i denti.

“E se l'aereo l’avesse colpita?” la donna riuscì a dire.

Lui scosse la testa. “Non pensarlo neanche.”

“Non posso farne a meno. E' nostra figlia. E se —”

Ma Caleb non le lasciГІ terminare la frase. Premette la mano sul cuore di Caitlin.

“Se fosse morta, lo sapresti” lui disse. “Non è così? Se puoi sentire nostra figlia, rintracciarla, allora lo sapresti nel tuo cuore. O sbaglio?”

Caitlin si morse il labbro.

“Sì” lei rispose, infine. “Hai ragione. Lo saprei se fosse morta. Lo sentirei.”

Ma anche se aveva pronunciato queste parole, credendoci, non riusciva a fare a liberarsi di quel brutto presentimento. Anche se Scarlet fosse stata viva, quasi certamente era ancora in pericolo.

Caitlin cominciò a sentire la fatica nelle braccia, per aver nuotato contro la corrente dell'oceano così a lungo.

“Che cosa facciamo?” gridò a Caleb. “L’unico approdo è da quella parte.”

Lei indicò il Castello di Boldt, che si innalzava in cima alla scogliera. Caleb seguì la direzione del dito della moglie.

“Lo so” rispose con trepidazione.

Caitlin annuì.  Aveva il viso coperto dai riccioli bagnati. Li spostò e cominciò a nuotare verso il castello.

Proprio in quel momento, un rumore catturГІ l'attenzione di Caitlin. Sembrava una sorta di lamento distante, meccanico. E familiare. Diventava piГ№ forte.

Caitlin si guardГІ intorno, cercando Caleb.

“Un elicottero” esclamò.

Caleb si fermГІ, scrutando nel cielo, mentre il rumore diveniva sempre piГ№ forte.

“La polizia?” disse. “Non possono ancora essere sulle nostre tracce, vero? A meno che l'aereo non sia stato seguito.”

L’uomo sferrò un pugno sull'acqua, causando un enorme schizzo. Ma il suono fu quasi completamente coperto dalle eliche di un elicottero, che si avvicinava in fretta.

Sul suo volto si dipinse la rassegnazione.

“Preparati” lui disse. “La situazione sta per farsi molto più pericolosa.”


*

Ai due occorsero svariati minuti per nuotare fino al Castello di Boldt. Il lato più vicino era completamente distrutto: lì erano precipitati i resti della costruzione. Pietre e detriti si erano accumulati sulla riva dell'oceano, creando una sorta di piano inclinato, su cui ora potevano arrampicarsi. Era una situazione precaria, ma ce la fecero, giungendo finalmente al Castello di Boldt.

L'odore del carburante dell'aereo era forte nell'aria, misto con quello di polvere, fumo e sale marino. Caitlin sentì, in lontananza, le grida di persone che urlavano, litigavano e piangevano per il dolore. Seppe, in quell’istante, che l'edificio era stato molto affollato prima dello schianto dell’aereo e che, grazie a lei, molte persone erano rimaste ferite. La donna tremò, il suo corpo congelato rabbrividì, sentendosi in colpa.

Caitlin era in uno stato pietoso, con i capelli scompigliati: il salto dall'aeroplano e la forza delle onde li avevano trasformati in una sorta di acconciatura rasta fradicia. I vestiti erano ridotti a brandelli. Anche Caleb non era in condizioni migliori.

“Allora?” lui disse. “Riesci a sentirla?”

Caitlin portГІ un dito alle labbra, indicandogli di fare silenzio. ProvГІ a sentire sua figlia, lasciando che l'istinto le comunicasse dove fosse, sforzandosi per orientarsi. Il suono delle eliche dell'elicottero che volava sopra di loro, il calore proveniente dalle fiamme, le grida dei feriti, tutto si mescolava nella sua mente, confondendo le sue capacitГ .

“Non riesco a sentirla” Caitlin sussurrò, abbattuta.

Caleb si massaggiГІ il mento. Caitlin immaginava che lui fosse a corto di idee. Lei avrebbe voluto fare di piГ№, ma la mente era troppo confusa per riuscire a rintracciare Scarlet.

“E' da qualche parte nel castello?” le chiese.

Sebbene il marito tentasse di nasconderla, Caitlin percepì l'esasperazione nella sua voce. Lo aveva condotto fin lì, costringendolo a lanciarsi da un aereo, e ora non riusciva nemmeno a dirgli se lei aveva avuto ragione oppure no.

Allora, chiuse gli occhi e provГІ a concentrarsi con calma.

“Penso di sì” lei disse infine. “Penso che sia qui, da qualche parte.”

“Allora cerchiamola” Caleb replicò.

Lui si voltГІ per andare, ma Caitlin gli afferrГІ un braccio.

“Ho paura” lei disse.

“Di quello che potremmo trovare?”

La donna scosse la testa.

“No” disse, “di vedere il danno che ho causato.”

Caleb si avvicinГІ e le strinse la mano.

Avanzarono insieme all'interno del castello. Camminarono con attenzione, visto che il pavimento sotto di loro sembrava instabile. Quando improvvisamente il marito si fermГІ, bloccando la strada a Caitlin con un braccio, lei pensГІ che avesse scorto qualche ostacolo. Ma quando si sporse, per guardare al di sopra della spalla del marito, la bocca le si spalancГІ per lo stupore. Una stradina davanti a loro brulicava di centinaia di persone. Alcune volavano, altre volteggiavano, e tutti stavano guardando un uomo che era piГ№ alto di qualsiasi essere umano che Caitlin avesse mai visto, almeno il doppio di un uomo normale. MetГ  del suo volto era bruciato, e mostrava la carne viva.

“Che cos'è quello?” Caitlin sussurrò al marito.

Caleb si limitГІ a scuotere la testa.

Caitlin tremГІ. Trovare sua figlia ora sembrava piГ№ essenziale che mai. Quelle strane persone la stavano sconvolgendo, specialmente l'uomo gigante con il volto deturpato.

“Da questa parte” le disse in un tono calmo.

Si allontanarono, restando quanto piГ№ silenziosi possibile, nascondendosi tra le ombre, dove la folla non poteva vederli. Poi, Caitlin mise la mano sul braccio di Caleb per fermarlo. L'uomo si voltГІ verso di lei.

“Che cosa succede? Che cosa c'è che non va?”

“Scarlet” Caitlin disse. “Non la sento più.”

“Vuoi dire che non è qui?” il marito le disse, brutalmente.

CaitlinВ  indietreggiГІ, sentendo la rabbia nella sua voce.

“Penso che sia andata altrove” lei disse tranquillamente, abbattuta e disperata. “Riuscivo a sentirla prima, proprio nel posto da dove siamo venuti, ma, più ci addentriamo nel castello, più sentirla mi riesce difficile. Penso che se ne sia andata prima del nostro arrivo. E' uscita da dove siamo entrati.”

Caleb si passГІ le mani tra i capelli, per l'esasperazione.

“Non ci credo” borbottò sottovoce.

Proprio allora, una forte luce inondГІ il castello dall'elicottero in alto. Si stava abbassando attraverso il soffitto crollato.

“Sta cercando di atterrare!” il marito gridò incredulo.

La folla nella grande sala cominciГІ a disperdersi, con le persone che correvano e volavano ovunque.

“Dobbiamo andarcene” Caitlin disse al marito.

“Lo so” quello rispose. “Ma come?”

“Da questa parte” Caitlin disse, tirandolo per il braccio.

Lo condusse attraverso la grande sala. Grazie all'elicottero che stava tentando di atterrare, nessuna di quelle strane persone lì presenti parve accorgersi del fatto che quelle due figure che correvano nella stanza erano due estranei. Le eliche dell'elicottero stavano generando un mini tornado, facendo alzare nubi di fumo che aumentarono ancora di più il caos.

Caitlin e Caleb uscirono fuori dalla sala, ed entrarono in un corridoio cupo. Il fumo era denso lì e la luce fioca. Insieme, marito e moglie percorsero di corsa tutto il corridoio, fino a quando si trovarono davanti ad una porta. Caleb la spinse con la spalla, facendola aprire e rivelando il mondo esterno a entrambi.

“Laggiù!” Caitlin gridò, scrutando i dintorni.

Caleb guardГІ dove lei stava indicando.

Proprio davanti a loro, in fondo a delle scale che portavano al castello, c'era un piccolo parcheggio con spazio sufficiente ad ospitare ben cinque veicoli. In mezzo ad essi, c'era una motocicletta.

Corsero verso la moto. Non era stata tenuta sotto chiave o assicurata in alcun modo.

Dovettero provare piГ№ volte prima di riuscire ad accendere il motore, ma poi, di colpo, iniziГІ a ruggire e sputare fumo. Proprio in quel momento, le persone che erano all'interno della chiesa distrutta cominciarono a uscire fuori.

“Presto” Caitlin gridò, saltando in sella dietro a Caleb. “Stanno arrivando.”

Ma, prima che avesse la possibilitГ  di partire, il suono delle sirene della polizia cominciГІ a sentirsi dalle vicinanze.

Sfrecciarono via, deviando per evitare le persone che stavano uscendo dal castello. Mentre si allontanavano a tutta velocitГ  dal Castello di Boldt, alle loro spalle sentirono le sirene della polizia, arrivata in elicottero. Sfrecciando nell'oscuritГ , si scoprirono inseguiti anche da diverse auto della polizia, con le luci che abbagliavano furiosamente.

“Adesso che si fa?” Caitlin gridò.

Caleb la guardò e pigiò l’acceleratore.

“Ora reggiti forte” le disse.

Caitlin ebbe giusto il tempo di stringergli la vita con le braccia, prima che la moto sfrecciasse via ad alta velocitГ .


*

La moto correva lungo la strada. Caitlin era esausta. AppoggiГІ la testa contro la schiena di Caleb, confortata dal battito regolare del suo cuore, e rivolse uno sguardo alla notte buia. Ma sapeva di non poter riposare. Scarlet aveva bisogno del suo aiuto, e non poteva in alcun modo riposarsi neanche per un istante, mentre la figlia era in pericolo.

“Idee?” Caleb gridò al di sopra della spalla, sforzandosi di far sentire la sua voce, superando il rumore del vento e quello delle sirene della polizia. “Direzioni?”

Caitlin capì che lui stava provando con tutte le sue forze a restare calmo, ma era stanco quanto lei.

“Non riesco a sentirla” Caitlin gli gridò. “Non adesso.”

Lui non disse niente, ma Caitlin vide le sue mani irrigidirsi sul manubrio, mentre le nocche diventavano bianche.

La moto proseguì, aumentando gradualmente la distanza tra loro e le auto della polizia.

La strada si era ridotta ad una stretta viuzza di campagna. CominciГІ a salire su una collina. Poi, imboccarono una discesa ripida, fiancheggiando la parete di un dirupo. Con lo stomaco sottosopra, Caitlin si strinse alla schiena di Caleb, per proteggersi. Il vento le danzava tra i capelli.

Proprio allora, sentì qualcosa vibrare nella sua tasca. Pensò che non poteva trattarsi del suo cellulare ma, con sua grande sorpresa, si accorse subito che il telefono era sopravvissuto incredibilmente al tuffo nell’oceano. Fino ad allora non aveva avuto campo ma ora, improvvisamente, era tornato attivo, lampeggiando per indicare che aveva ricevuto un messaggio vocale.

Caitlin compose il numero della posta vocale, e ascoltГІ la voce affrettata di Aiden, dall'altro capo del telefono.

“Caitlin” disse. “Dove sei? Devi richiamarmi subito.”

Il messaggio era terminato. Era tutto lì. Lei pigiò il tasto per comporre automaticamente l’ultimo numero, ma non c'era campo.

“Accidenti!” gridò.

“Che cosa c'è?” Caleb le chiese, girandosi verso di lei.

“Dobbiamo accostare” Caitlin rispose, accorgendosi che la batteria del cellulare era ridotta all'1%.

“Non posso farlo” il marito replicò. “Abbiamo la polizia alle calcagna. Dobbiamo allontanarci da qui come prima cosa.”

Proprio in quel momento, Caitlin notГІ una grotta sul fianco del dirupo.

“Lì dentro!” gridò.

Caleb seguì la sua indicazione, manovrando la moto con la precisione di un pilota consumato, riuscendo ad infilarsi nella grotta, sollevando la polvere prima di fermarsi.

Appena furono fermi, l’uomo si rivolse alla moglie. “Riesci a sentire Scarlet?”

“No” Caitlin rispose. “Il mio telefono è tornato attivo. Devo chiamare Aiden.”

Proprio in quell'istante, le auto della polizia, che fino ad allora erano state alle loro calcagna, sfrecciarono a sirene spiegate davanti alla piccola grotta, dov'erano nascosti Caitlin e Caleb.

Caitlin afferrГІ il suo cellulare, e compose il numero di Aiden, pregando che la batteria tenesse. L'uomo rispose al terzo squillo.

“Sono stata un po' occupata” Caitlin rispose, pensando al viaggio in aereo e al tuffo nell'oceano. “Allora, che cosa dovevi dirmi?”

Caitlin ascoltò il suono della voce di Aiden dall'altro capo del telefono, mentre trascinava i piedi e sfogliava libri e carte. Lei sentì crescere la sua frustrazione.

“Potresti sbrigarti per favore?” Caitlin gli disse, aggressivamente. “Non mi resta molta batteria.”

“Ah, sì” l'uomo disse infine.

“Allora?” Caitlin insisté. “Dimmi!”

“Ridimmi quella filastrocca. Dimmi la filastrocca che dovrebbe costituire la cura.”

Caitlin frugò nelle tasche, ed estrasse gli appunti che aveva preso quando studiava il libro. Ma erano fradici, e l'inchiostro si era sciolto. Allora chiuse gli occhi e provò a visualizzare la pagina, così come l'aveva letta. Le parole cominciarono ad apparire nella sua mente.

“Sono il mare, il cielo e la sabbia,

sono il polline nel vento.

Sono l'orizzonte, la terra incolta, l'erica sulla collina.

Sono ghiaccio,

sono niente,

sono estinto.”

Caitlin aprì gli occhi, e le parole svanirono dalla sua mente. Ci fu un lungo momento, in cui Aiden restò in silenzio.

Caitlin voleva gridargli di sbrigarsi.

“Caitlin!” lui disse infine. “Ce l'ho. Ce l'ho!”

“Dimmi” Caitlin rispose frettolosamente, sentendo il cuore battere all'impazzata.

“Siamo stati talmente sciocchi! Non è affatto una filastrocca.”

Caitlin era perplessa ora.

“In che senso non è una filastrocca? Non capisco.”

“Intendo dire che la filastrocca non è la cura” Aiden replicò, farfugliando sopra le parole con eccitazione. “La filastrocca è un indizio per la cura!”

Caitlin sentì il suo cuore battere forte.

“Allora qual è l'indizio?” lei chiese.

“Caitlin! Pensaci. E' una filastrocca. Offre indicazioni. Ti sta dicendo di andare da qualche parte.”

Caitlin sentì che stava sbiancando, mentre rilesse le parole nella sua mente.

“Sono il mare, il cielo e la sabbia” continuò a ripetere sottovoce. Poi, improvvisamente, ci arrivò. “No. Non vuoi dire—”

“Sì” Aiden rispose. “S. F. I. N. G. E.”

“La città dei vampiri” Caitlin sussurrò sottovoce.

Naturalmente. Prima che Scarlet sparisse, mettendo in pericolo la sua vita, Caitlin aveva provato a cercare la cura, un modo per far tornare sua figlia umana, annullando la sua essenza da vampira. PensГІ che le parole sulla pagina dovevano essere lette a Scarlet, per curarla, che quello che lei aveva trovato fosse la cura. Ma no. Quello che aveva trovato erano istruzioni che l'avrebbero condotta alla cura stessa. Caitlin aveva permesso che la sua istintiva ansia di madre sopraffacesse la studiosa logica che avrebbe dovuto essere in quel momento, quella che avrebbe dovuto capire che la filastrocca non era una cura, ma una mappa.

“Grazie, Aiden” lei disse precipitosamente.

Il suo cellulare morì.

Caitlin alzГІ gli occhi, guardando Caleb in attesa.

“Allora?” lui disse.

“So dove andare” Caitlin rispose, aggrappandosi a un filo di speranza per la prima volta dopo tanto tempo.

Caleb sollevГІ un sopracciglio, e guardГІ sua moglie.

“Dove?” le chiese.

Caitlin sorrise.

“Andiamo in Egitto.”




CAPITOLO OTTO


Lore era su un mucchio di detriti nel bel mezzo delle rovine del Castello di Boldt. Le eliche dell’elicottero, ormai abbassatosi quasi a terra, facevano sì che il vento facesse svolazzare i suoi abiti logori e gli scompigliasse i capelli. Si guardò intorno, scrutando i danni causati dall'aereo. L'odio lo colmò completamente.

Pianse, il pugno alzato in direzione del crollo dell'antico castello. Poi, fece un respiro profondo. Non c'era tempo da perdere. La sua gente sarebbe morta, sradicata prima dell'inizio del nuovo giorno. La loro unica speranza era trovare la ragazza che aveva rubato il cuore di suo cugino. E questo implicava uccidere chiunque si frapponesse tra loro.

Ma gli Immortali erano nel panico, sorpresi dalla presenza dell'elicottero. Poi, cominciarono a uscire fuori dalla grande sala; alcuni uscirono fuori dal castello, correndo incontro alla propria morte inevitabile.

“Che cosa stai pensando, figliolo?” una voce accanto a Lore disse, destandolo dai propri pensieri.

Lui abbassГІ lo sguardo e vide sua madre che lo guardava. Sebbene le esperienze tra figli e genitori degli Immortali fossero diverse da quelle degli umani, Lore rispettava ancora la donna che lo aveva nutrito, vestito, e tenuto al sicuro per tutta l'infanzia. Il pensiero della sua morte alla fine della notte, lo fece trasalire, piГ№ di quanto lo facesse sentire la sua stessa morte.

“Sto pensando a Sage” lui replicò. “Lo abbiamo usato come esca, prima, e la ragazza è arrivata.”

La madre si accigliГІ.

“Pensi che ci sia ancora speranza?” lei chiese, tranquillamente.

Lore riconobbe l'affaticamento negli occhi della donna.В  Era pronta a morire. O almeno, era pronta a smettere di lottare.

Ma non era così per Lore. E nemmeno per le centinaia di Immortali che ancora si aggrappavano alla vita nel Castello di Boldt.

“Non intendo arrendermi” Lord esclamò con fervore. “Non possiamo lasciare che la nostra gente muoia, perché mio cugino si è innamorato di una vampira. Morirà comunque. Qual è il punto?”

La madre scosse la testa. “Non capisci l'amore.”

“No” Lore replicò. “Ma, forse, se vivessi altri duemila anni, lo capirei.”

La madre sorrise e gli strinse il braccio.

“Lo voglio per te, figlio mio” lei disse gentilmente. “Ma non posso evitare di sentire che il fato é contro di noi.” Lei rivolse lo sguardo al cielo, e vide la luce della luna, piena e splendente, filtrare dal soffitto crollato. “Le stelle sono allineate. Le ruote del fato sono in moto.” Lei tornò a guardarlo. “Stanotte gli Immortali moriranno.”

Lore agitГІ i pugni al cielo.

“No, non è così” disse digrignando i denti. “Guiderò un esercito se necessario. Porterò il caos sulla terra. Distruggerò l'intera razza umana, prima di lasciar morire la mia gente.”

Mentre parlava, gli Immortali intorno a lui cominciarono a guardare nella sua direzione, eccitati dal suo discorso e dalla sua passione. Lui diede le spalle a sua madre, e si rivolse a loro.

“Chi è con me?” Lore gridò, agitando i pugni. “Chi combatterà per il proprio diritto alla vita?”

La piccola folla cominciГІ a borbottare, e il rumore l'attrasse ancora di piГ№ verso di lui. Passarono tutti vicino alla fusoliera in fiamme dell'aereo, per dare un'occhiata migliore. Presto, le parole di Lore non furono accolte da un semplice borbottio ma da un aperto sostegno e da applausi.

“Chi tra di voi ha sentito parlare abbastanza di fato, profezie e stelle?” lui disse. “Non sono preparato a lasciare che il nostro orgoglioso popolo muoia oggi!”

La folla espresse con forza il proprio consenso.

Lore notГІ che Octal si era unito alla folla, e stava ai margini. ChiamГІ il suo leader, l'uomo che rispettava piГ№ di ogni altro. Ma Octal scosse la testa, come per indicare silenziosamente che Lore doveva essere l'unico a guidare gli Immortali.

Ma era perplesso. Poteva davvero condurre un esercito?

Ma non ebbe il tempo di ponderarci su, visto che l'elicottero stava atterrando.

“Uccideteli!” Lore gridò. “Uccidete gli umani!”

La folla d'Immortali eseguì immediatamente il suo comando. Si precipitarono verso l'elicottero. Lore sentì le urla disperate, mentre la polizia cominciava ad estrarre le armi. Ma fu inutile. Non avrebbero mai potuto sopraffare gli Immortali.

Mentre lottavano, Lore notГІ diversi poliziotti fuggire dal castello.

“Bloccate l'uscita!” ordinò alle sue truppe.

Con le uscite bloccate, gli agenti restanti non avevano altra scelta che provare a raggiungere l’elicottero e riprendere il volo.

Ma questo non bastava a Lore. Non voleva semplicemente che scappassero, li voleva morti. Quando l'elicottero si alzГІ in volo, il suo intento omicida si fece sempre piГ№ palese.

“Non lasciateli fuggire!” ordinò ai suoi seguaci.

Vide un gruppo di Immortali spiccare il volo. La polizia a bordo dell’elicottero, ormai in aria, guardò stupita mentre gli Immortali in volo cominciavano ad afferrare l'elicottero, facendolo precipitare. Il veicolo cominciò a perdere quota, sotto il peso degli Immortali, e cominciò a cadere. I poliziotti all'interno presero a gridare. Quando l'elicottero toccò il suolo, gli Immortali entrarono in azione.

Una palla di fuoco esplose in aria, mentre l'elicottero colpiva il suolo ed esplodeva.

La folla esplose in urla di felicitГ , estasiata dalla morte e dalla distruzione che le sue azioni avevano causato. Zigzagarono per l'aria, prima di atterrare finalmente e calmarsi. Fu allora che Lore si rese conto che tutti stavano guardando di nuovo a lui, in attesa di nuove istruzioni.

“Adesso?” uno di loro gridò.

“Come salviamo il nostro popolo?” un altro aggiunse.

Erano stati rinforzati dalla vittoria contro l'elicottero e gli umani. L’Immortale aveva destato il desiderio di combattere, infondendolo in tutti loro. Ma la folla era ancora preoccupata dalla fine imminente.

Stavolta, Octal passГІ tra di loro, raggiungendo il nuovo leader. Era pronto di nuovo a comandare la sua gente.

“La ragazza è nelle grotte” lui disse, con la voce che riecheggiava nella grande sala distrutta. “Ha Sage. Sono insieme.”

Lore annuì e strinse le mani nei pugni.

“Alla grotta!” urlò.

Insieme, il gruppo di Immortali seguì Octal e Lore in direzione delle grotte.




CAPITOLO NOVE


Il volto di Vivian era sferzato dall’aria, mentre volava sopra la piccola città, col cuore che batteva forte nel petto. Non sapeva esattamente dove andare; aveva solo obbedito all’impulso di volare, per spezzare le catene che la tenevano legata alla sua vecchia vita. Si sentiva euforica: il mondo le appariva pieno di opportunità, tanto da riuscire a malapena a contenere la sua eccitazione.

Ma piГ№ volava, piГ№ una nuova sensazione cominciava a farsi strada dentro di lei. Era una sorta di vuoto assillante. La sua parte umana era morta, ed era stata sostituita da questa nuova splendida e potente creatura. La morte di sua madre, per mani sue, non ne era la causa. Quella sensazione era qualcosa di piГ№ primordiale.




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