Читать онлайн книгу "Bramata"

Bramata
Morgan Rice


Appunti di un Vampiro #10
In BRAMATA (Libro #2 di Vampire Legacy), la sedicenne Scarlet Paine lotta per scoprire esattamente che cosa sta diventando. Il suo comportamento bizzarro l'ha alienata dal suo nuovo ragazzo, Blake, e si sforza di rimediare, e fargli comprendere la cosa. Ma il problema è che lei stessa non comprende che cosa le stia accadendo. Allo stesso tempo, il nuovo ragazzo, il misterioso Sage entra nella sua vita. Il loro cammino continua ad intrecciarsi, e sebbene lei provi ad evitarlo, lui la segue direttamente, nonostante le obbiezioni della sua migliore amica, Maria, che è convinta che Scarlet stia portando via Sage. Scarlet si sente trascinata da Sage, che la porta nel suo mondo, passando davanti ai cancelli della villa storica sul fiume della sua famiglia. Mentre la loro relazione si approfondisce, comincia ad imparare di più sul misterioso passato del giovane, sulla sua famiglia ed i segreti che deve celare. Trascorrono il periodo più romantico che lei possa immaginare, su una remota isola nell'Hudson, e lei è convinta di aver trovato il vero amore della sua vita. Ma poi è devastata dallo scoprire il più grande segreto di Sage: non è umano neanche lui, e dispone soltanto di poche settimane di vita. Tragicamente, proprio nel momento in cui il destino le ha portato il suo più grande amore, sembra anche voglierglielo sottrarre. Appena Scarlet ritorna alle feste del liceo, per poi andare al gran ballo, rimane coinvolta in un grande litigio con i suoi amici, che la estromettono dal gruppo. Allo stesso tempo, Vivian gestisce il gruppo delle ragazze popolari, per renderle la vita un inferno, portando ad un confronto inevitabile. Scarlet è costretta a sgattaiolare via furtivamente, peggiorando persino le cose con i suoi genitori, e presto si sentirà pressata su tutti i fronti. La sola luce nella sua vita è Sage. Ma continua ancora a tenerla lontana dai suoi segreti, e Blake ritorna, determinato a seguirla. Caitlin, intanto, è decisa trovare un modo per annullare il vampirismo di Scarlet. Ciò che scopre la conduce in un viaggio per trovare l'antidoto, nel profondo di biblioteche di libri rari e librerie, e non si fermerà davanti a nulla pur di ottenerlo. Ma potrebbe essere troppo tardi. Scarlet sta cambiando rapidamente, è a malapena in grado di controllare ciò che sta diventa. Lei vuole finire con Sage – ma il fato sembra disegnare la loro separazione. Mentre il libro culmina in un intreccio colmo di azione e scioccanti colpi di scena, Scarlet dovrà fare una scelta enorme – che cambierà il mondo per sempre. Quanto sarà disposta a rischiare per amore?







bramata



(libro #10 in Appunti di un Vampiro)



morgan rice



Traduzione italiana a cura di

Immacolata Sciplini


Chi ГЁ Morgan Rice



Morgan Rice ГЁ autrice di tre serie bestseller: APPUNTI DI UN VAMPIRO, dedicata ai ragazzi, che comprende giГ  undici libri; LA TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA, un thriller post-apocalittico, che comprende ad oggi due libri; L'ANELLO DELLO STREGONE, una storia epica fantasy, composta finora da tredici libri. Tutte e tre le serie vedranno presto la pubblicazione di nuovi libri.



Le opere di Morgan Rice sono disponibili in edizione cartacea e come audio-libri; le traduzioni fino ad oggi realizzate sono in tedesco, francese, italiano, spagnolo, portoghese, giapponese, cinese, svedese, olandese, turco, ungherese, ceco e slovacco (e molte altre lingue si aggiungeranno).



TRAMUTATA (Libro #1 in Appunti di un Vampiro), ARENA UNO (Libro #1 nella Trilogia della Sopravvivenza), a UN'IMPRESA DA EROI (Libro #1 in L'Anello dello Stregone) sono tutti scaricabili gratuitamente!



A Morgan piace ricevere i vostri commenti! Andate dunque a visitare il sito web www.morganricebooks.com, iscrivetevi alla mailing list, chiedete di ricevere una copia gratuita di un suo libro ed altri omaggi gratuiti oppure scaricate le applicazioni gratuite: potrete trovare le ultime news e restare in contatto via Facebook e Twitter!


Che cosa hanno detto di Morgan Rice



“La Rice eccelle nel farvi entrare nella storia sin dall'inizio, grazie alla sua grande capacità descrittiva, che trascende la mera descrizione dei luoghi….Ben scritto, ed estremamente veloce da leggere.”

--Black Lagoon Reviews (su Tramutata)



“Una storia ideale per i giovani lettori. Morgan Rice ha svolto un ottimo lavoro nel dar vita a continui colpi di scena ... Fresco ed unico. La serie ruota intorno ad una ragazza… una straordinaria ragazza! … Facile da leggere ma estremamente incalzante... Merita PG.”

--The Romance Reviews (su Tramutata)



“Ha catturato la mia attenzione fin dall'inizio e non l'ha più lasciata andare…. La storia è una grandiosa avventura, dal ritmo incalzante, ed è ricca di azione sin dall'inizio. Non contiene una sola pagina noiosa.”

--Paranormal Romance Guild (su Tramutata)



“Ricco di azione, amore, avventura e suspense. Mettete le mani su questo libro e ve ne innamorerete perdutamente.”

--vampirebooksite.com (su Tramutata)



“Una grande trama: questo è proprio il libro che avrete difficoltà a mettere via la notte. Il finale mozzafiato è così spettacolare che vi farà venire immediatamente voglia di acquistare il libro successivo, per vedere che cosa accade.”

--The Dallas Examiner (su Amata)



“E' un libro che può competere con TWILIGHT e VAMPIRE DIARIES, uno di quei libri che vi catturerà e vi farà leggere tutto in un fiato fino all'ultima pagina! Se siete tipi da avventura, amore e vampiri, questo è il libro che fa per voi!”

--Vampirebooksite.com (su Tramutata)



“Morgan Rice si dimostra ancora una volta una narratrice di enorme talento …. Attrarrà un pubblico molto vasto, inclusi i fan più giovani del genere dei vampiri e del fantasy. La storia culmina in un finale mozzafiato che vi sbalordirà.”

--The Romance Reviews (su Amata)



“L'ANELLO DELLO STREGONE contiene tutti gli ingredienti per un successo istantaneo: trame, controtrame, mistero, cavalieri coraggiosi e relazioni che sbocciano sazieranno cuori spezzati, inganno e tradimento. Tutto questo vi intratterrà per ore, e soddisferà i lettori di ogni età. Raccomandato per la biblioteca permanente di tutti i lettori del genere fantasy.”

--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos


Libri di Morgan Rice



L'ANELLO DELLO STREGONE

UN'IMPRESA DA EROI (Libro #1)

LA MARCIA DEI RE(Libro #2)

DESTINO DI DRAGHI (Libro #3)

GRIDO D'ONORE (Libro #4)

VOTO DI GLORIA (Libro #5)

UN COMPITO DI VALORE (Libro #6)

RITO DI SPADE (Libro #7)

CONCESSIONE D'ARMI (Libro #8)

UN CIELO DI INCANTESIMI (Libro #9)

UN MARE DI SCUDI (Libro #10)

UN REGNO D'ACCIAIO (Libro #11)

LA TERRA DEL FUOCO (Libro #12)

LA LEGGE DELLE REGINE (Libro #13)

UN GIURAMENTO DI FRATELLI (Libro #14)

UN SOGNO DI MORTALI ( Libro #15)

UN TORNEO DI CAVALIERI (Libro #16)

IL DONO DELLA BATTAGLIA (Libro #17)

LA TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA

ARENA UNO: MERCANTI DI SCHIAVI ( Libro #1)

ARENA DUE ( Libro #2)



APPUNTI DI UN VAMPIRO

TRAMUTATA ( Libro #1)

AMATA ( Libro #2)

TRADITA ( Libro #3)

DESTINATA ( Libro #4)

DESIDERATA (Libro #5)

PROMESSA ( Libro #6)

SPOSA ( Libro #7)

TROVATA ( Libro #8)

RISORTA ( Libro #9)

BRAMATA ( Libro #10)

PREDESTINATA ( Libro #11)


Scaricate i libri di Morgan Rice ora!














Ascolta la serie APPUNTI DI UN VAMPIRO in formato audiolibro!


Copyright В© 2012 di Morgan Rice



Tutti i diritti sono riservati. Fatta eccezione per quanto previsto dalla Legge sul Copyright degli Stati Uniti d'America del 1976, nessuno stralcio di questa pubblicazione potrГ  essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o mezzo, nГ© inserito in un database o in un sistema di backup, senza che l'autore abbia prestato preventivamente il consenso.



La licenza di questo ebook ГЁ concessa soltanto ad uso personale. Questo ebook non potrГ  essere rivenduto o trasferito ad altre persone. Se desiderate condividere questo libro con altri, vi preghiamo di acquistarne una copia per ogni richiedente. Se state leggendo questo libro e non l'avete acquistato, o non ГЁ stato acquistato solo a vostro uso personale, allora restituite la copia ed acquistatela. Vi siamo grati per il rispetto che dimostrerete alla fatica di questa autrice.



Questa ГЁ un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell'immaginazione dell'autrice o sono utilizzati a puro scopo d'intrattenimento. Qualsiasi somiglianza a persone reali, viventi o meno, ГЁ frutto di una pura coincidenza.


INDICE



CAPITOLO UNO (#ud1ccb744-2b30-5c9d-80e2-3b7817a4c197)

CAPITOLO DUE (#u019a0564-d09a-51ed-a9a0-2843c23460d5)

CAPITOLO TRE (#u30752e16-84f7-5cf2-97a7-c70dac0ace19)

CAPITOLO QUATTRO (#u4d7de19c-2a87-5c20-832a-e9af837be638)

CAPITOLO CINQUE (#ub2aa5fa0-19bc-5187-9a54-5fb6b73ee6aa)

CAPITOLO SEI (#ue1da3519-44d8-55cd-8505-4cae70ae63d9)

CAPITOLO SETTE (#litres_trial_promo)

CAPITOLO OTTO (#litres_trial_promo)

CAPITOLO NOVE (#litres_trial_promo)

CAPITOLO DIECI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO UNDICI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO DODICI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO TREDICI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO QUATTORDICI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO QUINDICI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO SEDICI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO DICIASSETTE (#litres_trial_promo)

CAPITOLO DICIOTTO (#litres_trial_promo)

CAPITOLO DICIANNOVE (#litres_trial_promo)

CAPITOLO VENTI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO VENTUNO (#litres_trial_promo)

CAPITOLO VENTIDUE (#litres_trial_promo)

CAPITOLO VENTITRE (#litres_trial_promo)

CAPITOLO VENTIQUATTRO (#litres_trial_promo)

CAPITOLO VENTICINQUE (#litres_trial_promo)

CAPITOLO VENTISEI (#litres_trial_promo)

CAPITOLO VENTISETTE (#litres_trial_promo)


“O benedetta, benedetta notte! Ho paura.

Sei qui notte, dunque tutto questo ГЁ solo un sogno,

Troppo dolce e lusinghiero per avere sostanza.”

—William Shakespeare, Romeo e Giulietta




CAPITOLO UNO


Caitlin Paine sfrecciò ad alta velocità lungo la West Side Highway, decisa a raggiungere i Chiostri prima della chiusura. Era immersa nei suoi pensieri: rifletteva su tutti i problemi che stavano sopraffacendo Scarlet — problemi che nessun adolescente dovrebbe avere. Sua figlia stava cambiando, Caitlin ne era certa. Non era più una semplice umana, e, giorno dopo giorno, la cosa peggiorava. Caitlin sentiva che stava diventando ciò che lei stessa era stata un tempo: un vampiro.

Naturalmente, Caitlin non aveva alcun ricordo diretto di tale esperienza; ma, da quanto aveva letto nel suo diario, trovato in soffitta — il suo diario del tempo in cui era stata una vampira — sentiva che era tutto reale. Se il diario era vero - e la donna sentiva che lo era - allora una volta era stata lei stessa un vampiro, in un momento storico del passato; in qualche modo, era finita lì, nel presente, con una vita normale, una famiglia normale, e nessun ricordo legato a quello che era stato.

Ma il problema era che la sua famiglia era ben distante da essere normale. La sua vita non era affatto normale. Sua figlia, in qualche modo, stava diventando ciГІ che lei stessa era stata un tempo.

Per la milionesima volta, Caitlin avrebbe voluto non trovare quel diario. Sentiva che quel ritrovamento era stato come aprire il vaso di Pandora, scatenando una serie di incubi. Avrebbe disperatamente voluto che ogni cosa tornasse alla normalitГ .

Non aveva alcuna soluzione. Prima di tutto doveva assicurarsi che quella fossa la realtГ . Poi, se non poteva forzare le cose a tornare alla normalitГ , doveva almeno imparare di piГ№ su quanto stava accadendo a Scarlet. E scoprire se esistesse un modo per porvi rimedio.

Mentre guidava, Caitlin ripensava ai libri rari che aveva trovato nella sua biblioteca. Soprattutto, ripensГІ a quel volume raro e alla pagina strappata. PensГІ alla descrizione di quell'antico rituale, in latino, diretto a curare il vampirismo. Si chiese nuovamente se fosse reale. Si trattava soltanto di una leggenda folcloristica? Un vecchio racconto delle nonne?

Qualunque studioso serio, naturalmente, avrebbe confermato che era solo una favola. E anche una parte di lei lo pensva. Ma un'altra parte di lei si era aggrappata a quel rito, perchГЁ lo vedeva come l'ultima speranza di salvare Scarlet. Per la milionesima volta, si chiese come poteva trovare l'altra metГ  della pagina. Apparteneva ad uno dei testi piГ№ rari al mondo, e, anche se fosse riuscita a rintracciarne un'altra copia esistente, quante erano le possibilitГ  che l'altra metГ  della pagina fosse all'interno? Dopotutto, la pagina era stata strappata, come se fosse stata nascosta. Ma da chi? Da che cosa? Il mistero s'infittiva nella sua mente sempre di piГ№.

ProvГІ allora a concentrarsi sul suo diario, quel manoscritto risalente a secoli prima ma chiaramente scritto di suo pugno: ripensГІ alla sua descrizione del covo di vampiri che viveva nei sotterranei dei Chiostri. Lei stessa aveva scritto di una stanza segreta che conduceva al covo, nei sotterranei, ad un livello inferiore. Doveva verificare se era vero. Se avesse trovato un segno, un segno qualunque, allora si sarebbe convinta definitivamente del fatto che era tutto vero e avrebbe trovato la fiducia per poter proseguire. Ma, se non avesse trovato alcun segno, il fallimento avrebbe screditato tutto il suo diario.

Caitlin uscì dall'autostrada, diretta a Fort Tyron Park e poi all'entrata principale dei Chiostri. Guidò lungo una strada stretta e tortuosa, e infine parcheggiò davanti all'imponente struttura.

Uscita dall'auto, si fermГІ a guardare in alto; per qualche strana ragione, il luogo le apparve notevolmente familiare, come se fosse stato un edificio importante per la sua vita. Non riusciva a comprendere il perchГ©: per quanto ne sapeva, ci era stata soltanto una o due volte e non aveva mai avvertito una simile sensazione. A meno che tutto il contenuto del suo diario da vampiro fosse vero. Sentiva che era reale? O era solo ciГІ che le piaceva credere?

La donna quasi si precipitò attraverso la porta d'ingresso ad arco, entrando nella struttura medievale in pietra, poi percorse in fretta un corridoio lungo e stretto. Giunta infine all'entrata principale, pagò il biglietto di accesso e proseguì lungo un altro corridoio. Passò davanti ad un piccolo cortile alla sua destra, caratterizzato da file di archi di pietra, all'interno del quale c'era un giardino medievale. Le foglie autunnali luccicavano. Era il pomeriggio di un giorno feriale, e il luogo era quasi vuoto; sentiva di averlo tutto per sé.

Fu così, finché sentì una musica. All'inizio, fu soltanto una voce — poi se ne aggiunsero altre. Era un canto. Un canto antico di un piccolo coro. Caitlin non riusciva a capire se fosse dal vivo o se si trattasse di una mera registrazione, mentre rimaneva lì, ipnotizzata, ad ascoltare quelle voci celestiali che riecheggiavano nel piccolo castello. Si sentì trasportata, come se fosse stata trasferita in un altro luogo, in un'altra epoca.

Sapeva di avere una missione da compiere, ma doveva scoprire da dove provenisse quella musica. Si diresse lungo un altro corridoio, seguendo il suono. Aprì una piccola porta ad arco, di foggia medievale, e si ritrovò in una cappella, caratterizzata da un alto soffitto e vetrate colorate. Lì, con sua grande sorpresa, vide un coro composto da sei elementi, uomini anziani e donne, tutti vestiti di bianco. Erano immobili in quella stanza vuota, con lo sguardo fisso agli spartiti, e cantavano.

Canti gregoriani. Caitlin alzò lo sguardo e vide l'enorme poster che pubblicizzava il concerto pomeridiano. Capì di essersi imbattuta in un concerto dal vivo. Tuttavia, era l'unica spettatrice presente nella stanza. Apparentemente, nessun altro ne era a conoscenza.

Caitlin chiuse gli occhi, ascoltando la musica Era così bella e così tormentata, che le fu difficile andarsene. Aprì gli occhi e si guardò intorno, puntando lo sguardo sulle mura e sul mobilio in stile medievale, il che le fece perdere ancora di più il contatto con la realtà. Dov'era lei?

Il canto infine terminГІ; Caitlin si voltГІ e si affrettГІ ad uscire fuori dalla stanza, provando a riacquistare il senso della realtГ .

Percorse in fretta un lungo corridoio, giungendo ad una scalinata in pietra. Scese in basso, verso i livelli inferiori dei chiostri, e, mentre lo faceva, il cuore iniziГІ a batterle piГ№ forte. Quel luogo le sembrava inspiegabilmente familiare, come se vi avesse trascorso del tempo prima di allora. Non riusciva a comprendere.

Scese a precipizio al livello inferiore, ricordando la sua descrizione da una frase nel suo diario. Le venne in mente di aver menzionato la porta d'accesso, il portale segreto, che conduceva in basso ad un livello sotterraneo, al covo di Caleb.

Si emozionГІ quando vide, alla sua sinistra, un'area chiusa. Dietro, c'era una scalinata medievale, perfettamente preservata. Conduceva in alto, ma solo verso il soffitto. Non sembrava andare in alcuna direzione. Si trattava semplicemente di un manufatto, in mostra. Lo stesso descritto nel suo diario.

Ma la scalinata stessa aveva una piccola porta di legno, che nascondeva la parte inferiore; Caitlin non riusciva a capire se quella porta nascondesse delle scale che portavano di sotto, verso un altro livello. Era chiusa, e lei non poteva avvicinarsi in alcun modo.

Doveva sapere. Se conduceva di sotto, allora ogni cosa che aveva scritto era vera, non una mera fantasia.

La donna guardГІ in entrambe le direzioni, e notГІ una guardia di sicurezza dall'altra parte della stanza.

Sapeva che andare oltre la zona chiusa in un museo poteva essere fonte di grandi guai — forse persino l'arresto. Ma lei doveva sapere. Doveva agire rapidamente.

D'improvviso, Caitlin scavalcГІ la corda di velluto, avvicinandosi alla scalinata.

Un allarme si attivГІ immediatamente ed iniziГІ a suonare, riecheggiando nell'aria.

“HEI SIGNORA!” la guardia gridò.

L'uomo cominciГІ a correre verso di lei. L'allarme continuГІ a suonare, e il cuore le batteva forte nel petto.

Ma ora era troppo tardi. Non poteva tornare indietro. Doveva sapere. Aver oltrepassato quella corda andava oltre i suoi principi, violare le regole di un'esposizione in un museo, agire contro le regole — specialmente quando erano coinvolti storia e reperti. Ma non aveva scelta. Era in gioco la vita di Scarlet.

Caitlin raggiunse la scalinata e afferrГІ la maniglia medievale di legno. La tirГІ forte.

La porta si aprì, e lei vide dove portava la scalinata.

Da nessuna parte. Terminava sul pavimento. Era una finta scalinata. Messa lì solo per bellezza.

Il suo cuore sprofondГІ, devastata. Non c'era alcuna stanza sotterranea. Nessuna botola. Niente. Come indicava il monitor, era solo una scalinata. Fine a se stessa. Un manufatto. Una vecchia reliquia. Era tutta una menzogna. Tutta.

Improvvisamente, Caitlin sentì delle braccia ruvide afferrarla da dietro e trascinarla fuori, oltre la corda di velluto, dall'altra parte.

“Che cosa crede di fare!?” un'altra guardia gridò, mentre si avvicinava a lei e aiutava il collega a trascinarla via.

“Mi dispiace,” lei disse, provando a pensare rapidamente. “Io … ecco … ho perso il mio orecchino. E' caduto ed è finito a terra. Credevo fosse finito laggiù. Lo stavo solo cercando.”

“Questo è un museo, signora!” lui urlò, rosso in viso. “Non può entrare nelle aree vietate in quel modo. E non può toccare niente!”

“Mi spiace così tanto,” lei disse, con la gola secca. Pregò che non la arrestassero. Potevano certamente farlo, lo sapeva.

Le guardie si guardarono tra loro, come se stessero dibattendo.

Infine, uno degli uomini disse: “Se ne vada!”

Lui la spinse via, e Caitlin, sollevata si spostГІ, precipitandosi lungo il corridoio. Scorse un'altra porta, che conduceva all'esterno, verso una terrazza in basso, e la percorse correndo.

Si ritrovò fuori, sulla terrazza inferiore, nella fredda aria di ottobre, con il cuore ancora in gola. Era così felice di essere fuori di lì. Ma, al contempo, era sconvolta. Non c'era nulla lì dentro. Tutto il suo diario era forse inventato? Niente di quanto conteneva era reale? Stava immaginando tutto?

Ma allora come poteva spiegare la reazione di Aiden?

Caitlin attraversГІ il terrazzo ghiaioso, passando per un altro giardino medievale, colmo di piccoli alberi da frutto. ContinuГІ a camminare finchГ© non giunse ad una ringhiera di marmo. Vi si appoggiГІ e guardГІ dinnanzi a sГ©; a distanza, vide il fiume Hudson, che brillava al sole del tardo pomeriggio.

Si voltò improvvisamente, aspettandosi per qualche motivo di vedere Caleb, lì accanto a lei. Per qualche ragione, sentì di essere stata in quel posto prima di allora, su quella terrazza con Caleb. Non aveva alcun senso. Stava perdendo la testa?

Ora, non ne era sicura.




CAPITOLO DUE


Scarlet entrГІ bruscamente in camera sua, in preda ad un pianto isterico, e sbattГ© la porta dietro di lei. Aveva corso fino a casa, dal fiume, e da allora non aveva smesso di piangere. Non capiva che cosa le stesse accadendo. Un'immagine era stampata nella sua memoria: l'attimo in cui aveva visto la vena pulsante nel collo di Blake, quando aveva avuto quella sensazione, quel bisogno di volerlo mordere. Di volersi nutrire.

Che cosa le stava accadendo? Era una sorta di fenomeno da baraccone? Perché si era sentita in quel modo? E perché proprio allora — tra tutti i momenti possibili? Proprio durante il loro primo bacio?

Ora che era lontana dalla scena, era più difficile per Scarlet richiamare alla mente esattamente come si sentiva il suo corpo in quel momento — e, ad ogni momento che passava, la sensazione diventava più distante. Ora il corpo era tornato alla normalità. Era stato solo un momento passeggero? Era stata la strana sensazione di un attimo a sopraffarla? E non sarebbe mai più tornata?

Voleva disperatamente crederlo. Ma un'altra parte di lei, una parte più profonda, sentiva che non era il caso. La sensazione era stata fortissima, qualcosa che non avrebbe mai dimenticato. Era certa che, se si fosse lasciata sopraffare e fosse rimasta lì un solo secondo di più, ora Blake sarebbe morto.

Scarlet non poteva fare a meno di ripensare all'altro giorno: era tornata a casa malata, poi era corsa fuori casa. Aveva dimenticato ciò che era accaduto, dov'era stata. Infine si era svegliata all'ospedale. Sua madre si era preoccupata così tanto, sembrava impazzita ….

Adesso, tutto le era tornato in mente. Sua madre avrebbe voluto farla visitare da altri medici, sottoporla ad ulteriori analisi. E poi voleva che vedesse un prete. Sua madre sospettava qualcosa? Era proprio per questo che insisteva con questi controlli? Pensava che stesse diventando un vampiro?

Il cuore di Scarlet batteva forte mentre era seduta lì nella sua stanza, raggomitolata sulla sua sedia preferita. Ruth poggiò la testa sul suo grembo e Scarlet si abbassò e l'accarezzò. Ma dai suoi occhi scendevano lacrime, mentre lo faceva. Si sentiva colpita da psicosi traumatica, come se fosse avvolta da una nebbia. Era terrorizzata all'idea di essere malata, una specie di malattia —o forse qualcosa di peggio. Nel profondo del suo cuore, pensò che, naturalmente, fosse ridicola la direzione che la sua mente stava prendendo. Ma osò chiederselo. Voleva mordere il collo di Blake. Era precisa la sensazione che aveva provato nei suoi incisivi. Era la sua voglia di nutrirsi. Era possibile?

Lei era un vampiro?

I vampiri esistevano davvero?

Si tirò su, aprì il portatile e cominciò la sua ricerca. Doveva sapere.

Entrò nel sito di Wikipedia, digitò la parola “vampiro” e cominciò a leggere:

“La nozione di vampirismo esiste da millenni: culture come quelle mesopotamica, ebraica, quella dell'antica Grecia e di Roma avevano dei racconti su demoni e spiriti, che sono considerati precursori dei vampiri moderni. In ogni caso, nonostante la presenza di creature dalle sembianze di vampiri in queste civilità antiche, il folclore per l'entità che conosciamo oggi come vampiro, ha origini riconducibili quasi esclusivamente all'Europa sudorientale del secolo XVIII, quando le tradizioni orali di molti gruppi etnici della regione furono registrate e pubblicate. Nella maggioranza dei casi, i vampiri nascono da spiriti maligni, vittime suicide o streghe, ma possono anche essere creati da uno spirito malvagio che possiede un cadavere, o dal morso di un vampiro.”



Scarlet chiuse rapidamente il portatile e lo mise via. Era troppo per lei da sopportare.

Scosse la testa, provando a scacciare tutto questo dalla mente. C'era decisamente qualcosa di sbagliato in lei. Ma di che cosa si trattava? Questo la terrorizzava.

A peggiorare ancora di più la situazione c'erano i sentimenti per Blake; non riusciva a non pensare a quanto era appena accaduto tra loro. Non poteva credere di essere scappata via da lui in quel modo, specialmente in quel momento. Erano stati davvero bene insieme, era stato un appuntamento fantastico. E ora questo. Finalmente, proprio quando il loro rapporto stava cominciando a prendere la giusta piega. Era così ingiusto.

La ragazza non riusciva proprio ad immaginare che cosa lui stesse pensando in quel preciso istante. Doveva aver pensato che lei fosse una sorta di scherzo della natura, una sorta di pazza psicopatica, visto che era saltata in piedi in quel modo, nel bel mezzo di un bacio ed era scappata via, perdendosi nel bosco. Sicuramente aveva pensato che lei era del tutto fuori di testa. Era certa che Blake non avrebbe piГ№ voluto rivederla. Probabilmente sarebbe tornato da Vivian.

PiГ№ di ogni altra cosa desiderava spiegargli l'accaduto. Ma come poteva farlo? Che cosa avrebbe potuto dire? Che aveva avuto un improvviso impulso di mordergli il collo? Di nutrirsi di lui? Di bere il suo sangue? Che era scappata via per proteggerlo?

Certo, questo avrebbe potuto fargli mettere l'anima in pace, lei pensГІ.

Voleva che le cose si aggiustassero. Voleva rivederlo. Ma non aveva alcuna idea di come spiegargli. Non era solo questo; aveva anche paura di stare vicino a lui; non si fidava piГ№ di se stessa ora. Che cosa sarebbe successo se quell'impulso l'avesse sopraffatta di nuovo? E se stavolta gli avesse davvero fatto del male?

Scarlet scoppiГІ in lacrime, mentre un pensiero si faceva strada nella sua mente. Era destinata a stare lontana per sempre dai ragazzi?

No. Doveva tentare. Doveva almeno tentare di aggiustare le cose. Doveva provare in qualche modo a fornire una spiegazione. Un'altra ragione per fare sì che lui non la odiasse. Anche se non avesse più voluto rivederla, lei non poteva lasciare le cose così com'erano. E, nel profondo del suo cuore, una parte di lei osava anche sperare che forse quello poteva essere considerato un episodio, per quanto assurdo, e che avrebbero potuto superare la cosa stando ancora insieme. Dopotutto, se si fossero lasciati l'accaduto alle spalle, avrebbero potuto superare qualsiasi cosa.

Scarlet iniziava a sentirsi leggermente meglio. Si asciugГІ le lacrime, afferrГІ un fazzoletto, si soffiГІ il naso e tirГІ fuori il cellulare. CercГІ il nome di Blake nella rubrica e cominciГІ a digitare un sms.

Poi si fermГІ. Che cosa poteva dire?

Mi dispiace così tanto per quello che è accaduto oggi.

Lo cancellГІ. Era fin troppo generico.

Non so che cosa mi sia preso oggi.

CancellГІ anche quel messaggio. Non suonava efficace. Lei aveva bisogno di trovare una frase che esprimesse l'equilibrio perfetto, un insieme convincente di scuse, in modo da sperare ancora che le cose non fossero cambiate per sempre. Aveva anche bisogno di sottolineare quanto fosse stata bene con lui, prima di quel momento.

Chiuse gli occhi e sospirГІ, riflettendo profondamente. Forza, coraggio, si disse per darsi forza.

CominciГІ a digitare.

Sono stata benissimo con te oggi. Mi spiace così tanto che sia finita in quel modo. C'era un motivo per cui sono dovuta andar via in quella maniera, ma non posso spiegartelo. So che è difficile da comprendere, ma spero che tu lo farai. Voglio solo che tu sappia che sono stata proprio bene, e mi dispiace. E spero che ci rivedremo di nuovo.

Scarlet stette a guardare il messaggio a lungo, poi finalmente si convinse a inviarlo.

Lo vide partire.

Il messaggio non era perfetto. PensГІ giГ  al modo in cui avrebbe potuto riscriverlo, in un milione di modi diversi. E una parte di lei si era giГ  pentita di averlo spedito. Forse era troppo disperato. Forse era troppo criptico.

Ad ogni modo. Era stato spedito. Almeno, lui sapeva di piacerle ancora, e che intendeva rivederlo.

Lei sapeva che Blake aveva il cellulare con sГ© ogni istante della giornata. Sapeva che avrebbe ricevuto subito il messaggio. E che rispondeva sempre ai suoi sms nell'arco di secondi.

Scarlet tremava mentre aspettava la risposta.

Si poggiГІ il cellulare in grembo e chiuse gli occhi, respirando lentamente, attendendo una vibrazione. DesiderГІ che vibrasse.

Coraggio, lei pensГІ. Rispondimi.

Se ne stette seduta lì, in attesa, per quella che sembrò un'eternità. Continuava a riaggiornare il cellulare. Dopo pochi minuti, lo spense e riaccese persino, nel caso in cui qualcosa non funzionasse. Poi, guardò l'orologio. Trascorsero due minuti.

Poi cinque.

Poi dieci.

GettГІ il cellulare sulla scrivania, mentre le lacrime spuntavano di nuovo. Chiaramente non intendeva risponderle. Come poteva biasimarlo? Neanche lei lo avrebbe fatto, probabilmente.

Dunque era così. Era finita.

Poi, improvvisamente, il cellulare vibrГІ.

Lei si allungГІ e lo raccolse dalla scrivania.

Ma il cuore le si fermò nel vedere che non si trattava di un messaggio di Blake. Bensì di Maria.

Non posso credere che tu abbia saltato la lezione in quel modo. Allora … com'è andato l'appuntamento con Blake?

Scarlet sospirГІ. Non aveva idea di come risponderle.

Non preoccuparti. Non lo rifarГІ di nuovo. Tra di noi ГЁ finita.

Davvero? Accidenti. PerchГ©? Vivian?

No. Non lei. E' solo che …

Scarlet si fermГІ, chiedendosi che cosa dire.

… non ha funzionato.

Dimmi.

Scarlet sospirГІ. Voleva davvero cambiare argomento.

Niente da dire. E tu?

Accidenti, non riesco a smettere di pensare al nuovo ragazzo. Sage. Ho avuto dei nuovi dettagli oggi.

Scarlet era esausta e non voleva davvero continuare la conversazione via sms. Non voleva saperne più niente di gossip e allusioni relativi al nuovo ragazzo — o a nessun altro. Voleva solo scomparire dal mondo.

Ma Maria era la sua migliore amica, e quindi doveva assecondarla.

Ha una sorella e un cugino. Comunque non frequentano la nostra scuola. Lui si ГЁ trasferito da una scuola privata. Ho sentito che ГЁ ricco. Ma ricchissimo.

A Scarlet non importava. Voleva soltanto che la conversazione terminasse.

Fortunatamente, prima che potesse digitare il testo del messaggio, gliene arrivò un altro —stavolta da Jasmin.

Oh mio Dio, che cosa sta accadendo sulla tua bacheca su Facebook?

Scarlet lo lesse con sorpresa.

Che cosa vuoi dire?

Prima che l'amica potesse rispondere, Scarlet afferrò il portatile, lo aprì e entrò sulla sua pagina su Facebook.

Il cuore le crollГІ. Vivian aveva postato un messaggio sulla sua bacheca.

Bel tentativo di rubare Blake. Non ha funzionato. Dopo averti buttato via, ГЁ tornato da noi. Sapevo che ti avrebbe buttato via. Sono solo sorpresa che sia accaduto tanto presto.

Scarlet respirГІ bruscamente, completamente sbalordita. Vide diversi commenti delle sue amiche a quel post, e vide che si era diffuso sulle bacheche di molte persone. Vide anche che Vivian lo aveva postato su Twitter, e che era stato ritwittato da tutti gli amici di Vivian.

Scarlet era esterrefatta. Non si era mai sentita più imbarazzata. Cancellò il messaggio sulla sua bacheca, bloccò Vivian, poi entrò nelle impostazioni e le cambiò, così che soltanto i suoi amici potessero postare. Ma fu inutile — chiaramente, il danno era già stato fatto. Ora, l'intera scuola pensava che lei rubasse i fidanzati alle altre ragazze. E che lei era stata scaricata.

Il volto le si fece rosso. Era così arrabbiata, che voleva uscire e andare a strangolare Vivian. Non sapeva che cosa fare.

Mise bruscamente giù il portatile, e uscì fuori dalla sua stanza. Scese le scale, senza sapere dove andare o che cosa fare. Tutto ciò che sapeva era che aveva bisogno di aria.

“Vieni Ruth,” disse.

Lei afferrГІ il guinzaglio e Ruth saltГІ con eccitazione, seguendola fuori dalla porta e per gli scalini del portico.

Scarlet scese gli scalini, con lo sguardo basso fisso ai suoi piedi, e continuò così finché non si trovò sul marciapiedi e guardò in alto, vedendolo fermo di fronte a lei.

La ragazza si fermГІ improvvisamente.

Lui stava lì, a guardarla, come in attesa.

Era il nuovo ragazzo.

Sage.




CAPITOLO TRE


Scarlet se ne stette lì, alla fine del suo vialetto, a guardare. Riusciva a malapena a crederci. Lì, sul marciapiede, a pochi metri di distanza, c'era il nuovo ragazzo. Sage la guardava con i suoi intensi occhi grigri,

Che cosa ci faceva lì, di fronte casa sua? Da quanto tempo ci stava? Aveva osservato la sua casa? Stava sorvegliando il suo marciapiede? O era soltanto di passaggio?

Ma di passaggio per dove? Scarlet viveva in una tranquilla strada di periferia, e a stento si poteva incontrare qualcuno che camminasse lì intorno. Ma, in fondo, distava soltanto due isolati dalla città, e, presumibilmente, lui poteva essere diretto da qualche parte. Ma era poco probabile.

Il pensiero che lui fosse lì, a guardare la sua casa, o si stesse avvicinando, la innervosì. D'altra parte, non poteva negare di essere eccitata al vederlo. Eccitata non era la parola giusta. Era più …paralizzata. Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. La pelle liscia, la forte mascella, gli zigomi e il naso dal tratto nobile, gli occhi grigi, le lunghe ciglia — non aveva mai incontrato un ragazzo neppur remotamente paragonabile a lui. Così nobile, orgoglioso. Sembrava essere fuori luogo lì, come se fosse uscito da un palazzo del secolo XVI.

Lei sentiva le farfalle nello stomaco, mentre lo guardava. Ed era una sensazione che non voleva avere. Dopotutto, Maria, la sua migliore amica, aveva chiarito di avere una vera ossessione per lui. Quanto sarebbe stato sbagliato per Scarlet prenderlo per sГ©? Maria non l'avrebbe mai perdonata. E lei non avrebbe mai perdonato se stessa. Inoltre, lei aveva Blake. Oppure no?

RipensГІ di nuovo al post di Vivian, al fatto che Blake l'avesse scaricata. Blake glielo aveva davvero detto? O era stata Vivian a costruire tutto? Ad ogni modo, lei era abbastanza sicura che Blake fosse uscito per sempre dalla sua vita.

“Um … ciao,” lei disse, senza sapere che cosa aggiungere. Dopotutto, non erano nemmeno stati presentati.

“Non intendevo spaventarti,” lui le rispose.

Lei adorava la sua voce. Era dolce e gentile, ma potente al contempo. Aveva un tono dolce, sebbene il suo tono fosse in qualche modo autoritario. Avrebbe potuto ascoltare per sempre la sua voce.

“Sono Sage,” lui disse, tendendole la mano.

“Lo so,” lei disse, mentre gliela stringeva.

Il tocco della sua pelle fu elettrizzante. Nel momento in cui lui strinse la mano ghiacciata di lei nella sua, che era invece calda, una scossa partì dal braccio ed attraversò tutto il corpo di Caitlin.

“E' una piccola città,” la ragazza aggiunse, cercando una spiegazione, sebbene si sentisse in imbarazzo. Quello fu un gesto stupido; non avrebbe dovuto ammettere di conoscere il suo nome: questo la fece sembrare disperata.

Ma, un attimo, lei pensГІ. PerchГ© stava facendo questi pensieri? Dopotutto, era l'uomo di Maria. Oppure no?

“La tua mano è così fredda,” Sage disse, mentre le guardava il palmo.

Scarlet lo ritirГІ, autoconsapevole.

“Scusa,” gli disse, alzando le spalle.

“Non mi hai detto il tuo nome,” lui disse.

“Oh, mi dispiace, pensavo che lo sapessi,” lei disse, poi aggiunse, “non che io sia famosa, popolare o qualcosa del genere. E' solo che … ecco è una piccola città, sai?”

Stava già impaperandosi e peggiorava ad ogni frase. Si comportava sempre così quando diventava nervosa di fronte ai ragazzi.

“Comunque, mi chiamo Scarlet. Scarlet Paine.”

Lui sorrise.

“Scarlet,” ripeté.

Amava il suono del suo nome pronunciato da lui.

“Il colore di molte cose. Vino, sangue o rose. Naturalmente, io preferisco l'ultimo,” Sage aggiunse con un sorriso.

Scarlet gli sorrise anche lei. Chi si esprimeva in quel modo? si chiese. Era come se provenisse da un'altra epoca, da un altro luogo. Lei stava morendo dalla voglia di saperne di piГ№ su di lui.

“Che cosa ci fai qui?” chiese, poi si rese conto di essere sembrata troppo aggressiva. “Non per essere aggressiva. Ma voglio dire, che cosa stai facendo di fronte alla mia casa?”

Lui apparve stordito per un istante.

“Sì,” lui disse. “Tempismo singolare, no? Ero in città, e ho pensato di fare un giro. Sono nuovo del posto, e ho pensato di vedere dove conducono queste strade. Non pensavo che portassero a te.”

Scarlet si sentì meglio. Almeno, non stava sorvegliando la sua casa o una cosa simile.

“Ecco, non c'è molto da vedere. Questa città si estende solo per pochi isolati in ogni direzione. Ancora pochi isolati di là, ed ecco tutto.”

Lui sorrise. “Sì, stavo cominciando a rendermene conto da solo.”

Improvvisamente, Ruth corse verso di lui e gli saltГІ addosso, leccandogli la mano.

“Non saltare,” Scarlet la rimproverò.

“Non preoccuparti,” lui disse.

Sage s'inginocchiò e accarezzò gentilmente Ruth sul capo con il palmo della mano, grattandola dietro le orecchie. Ruth si abbassò e gli leccò una guancia. La cagna cominciò a guaire e Scarlet poté dire che a lei il ragazzo piaceva davvero. Era scioccata. Ruth era sempre così protettiva con lei, e non l'aveva mai vista comportarsi così con un estraneo.

“Che bella bestia. Non è così, Ruth?” lui disse.

Ruth si alzГІ e lo leccГІ di nuovo, e lui la baciГІ sul naso.

Scarlet era stupita.

“Come sapevi che il suo nome è Ruth?”

Lui si alzГІ, colto di sorpresa.

“Um … l'ho letto. Sulla targhetta del suo collare.”

“Ma la targhetta è rovinata,” lei disse. “Voglio dire, riesco a malapena a leggerla.”

Lui alzГІ le spalle e sorrise.

“Mi hanno sempre detto che ho una buona vista,” replicò.

Ma Scarlet non ne era convinta. La targhetta era rovinata, e la scritta non si leggeva quasi piГ№: non riusciva a capire come lui avesse potuto leggerla. Questo la spaventГІ. Come sapeva il nome della cagna?

Ma, allo stesso tempo, si sentiva a proprio agio intorno a lui. E, dato lo stato in cui si trovava, le piaceva avere compagnia. Non voleva che se ne andasse. Ma al contempo, pensò a Maria e a quanto sarebbe stata arrabbiata se fosse passata e l'avesse vista con lui. Sarebbe stata così gelosa. Probabilmente l'avrebbe odiata per il resto della sua vita.

“Tu rappresenti un mistero qui in città,” Scarlet disse. “Il nuovo ragazzo. Nessuno sa molto di te. Ma molte persone muoiono dalla voglia di farlo.”

“Davvero?” lui alzò le spalle.

Scarlet attese, ma lui non aggiunse altro.

“Allora … ecco … qual'è la tua storia?” lei gli chiese.

“Immagino che tutti ne abbiano una, giusto?” ribattè Sage, poi si voltò e guardò verso l'orizzonte, come se stesse riflettendo su che cosa dirle.

“Immagino che la mia sia noiosa,” osservò. “La mia famiglia … si è trasferita qui di recente. Perciò, eccomi qua, a terminare il mio ultimo anno di liceo.”

“Ho sentito che hai … una sorella?”

Un sorriso si formГІ all'angolo della sua bocca.

“Le voci si spargono qui, non è vero?” chiese con un gran sorriso.

Scarlet arrossì. “Mi dispiace,” lei esclamò.

“Sì, ne ho una,” le rispose, senza però andare a fondo.

“Scusa, non intendevo farmi i fatti tuoi” lei disse.

Sage la guardò e i loro sguardi si fusero — e, per un istante, Scarlet sentì tutto il mondo cominciare a sciogliersi. Per la prima volta quel giorno, tutte le sue preoccupazioni abbandonarono la sua mente. Si sentì trasportata.

Lei voleva smettere di guardarlo, tenere i propri sentimenti sotto controllo, voleva richiamare i pensieri relativi a Maria e costringersi a cacciare il giovane dalla sua mente. Ma non riusciva a farlo. Era bloccata.

“Sono lusingato che tu l'abbia fatto,” Sage esclamò.

Continuò a fissarla, poi dopo un istante, aggiunse, “Ti andrebbe di fare una passeggiata con me?”

Il cuore cominciò a batterle forte. Lei voleva passeggiare con lui. Lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Ma una parte di lei era spaventata. Era ancora sconvolta per il tempo trascorso con Blake. Non si fidava di se stessa, dei suoi stessi sentimenti, del suo corpo, delle sue reazioni. E temeva di tradire la sua migliore amica — anche se, in realtà, Maria non aveva alcun diritto su Sage. Soprattutto, non si fidava di se stessa. Qualunque cosa fosse accaduta tra lei e Blake, quell'impulso di nutrirsi poteva ancora ripresentarsi. Per quanto desiderasse saperne di più, sentiva il bisogno di proteggerlo.

“Mi dispiace,” lei disse. “Non posso.”

Scorse la delusione nello sguardo del ragazzo, mentre annuiva. “Capisco.”

Improvvisamente Scarlet sentì sbattere le porte all'interno della sua casa, poi udì due voci che diventavano via via più forti. Erano i suoi genitori che litigavano. Ora poteva sentirli persino da lì. Un'altra porta sbatté, e lei si voltò preoccupata a guardare in direzione della casa.

“Mi dispiace, ma devo tornare dentro ora” disse, girandosi verso Sage per salutarlo.

Ma non vi era alcun segno di Sage. Da nessuna parte. Ne rimase scioccata.

La ragazza guardГІ in entrambe le direzioni, percorse l'intero isolato, ma non c'era nulla. Era incomprensibile. Era come se fosse appena svanito nel nulla.

Si chiese come potesse essere riuscito ad andarsene via tanto in fretta. Era impossibile.

E dove poteva essere andato? Era ancora in tempo per raggiungerlo? Perché, ora, sentiva un fortissimo desiderio di stare con lui, di parlargli. Capì in un attimo che aveva appena compiuto il più stupido errore della sua vita, rifiutando quell'invito a passeggiare. Ora che se n'era andato, ogni atomo di lei lo desiderava. Era stata una vera sciocca. Si odiava per questo.

Aveva perso la sua occasione per sempre?




CAPITOLO QUATTRO


Ancora scossa dal suo incontro con Sage, Scarlet entrГІ in casa persa nel suo mondo.

Ma fu richiamata bruscamente alla realtГ , trovandosi proprio nel bel mezzo del litigio dei suoi genitori. Non riusciva a crederci. In tutta la sua vita, non li aveva mai visti litigare! Ora, invece, sembrava che non facessero altro.

Scarlet si sentì in colpa, pensando che la cosa avesse a che fare con lei. Una sensazione la dominava: sembrava che qualcosa di malvagio fosse apparso nelle loro vite, qualcosa che non intendeva scomparire e che sembrava farsi strada sempre di più, giorno per giorno. E non poteva fare a meno di pensare che era tutta colpa sua.

“Stai andando troppo oltre,” Caleb urlò a Caitlin dietro la porta chiusa. “Seriamente. Che cosa ti è preso?”

“Che cosa è preso a te?” Caitlin gli rispose, urlando. “Mi hai sempre appoggiato, sei sempre stato al mio fianco. Ora è come se ti rifiutassi di farlo.”

“Rifiutassi?” il marito scattò.

Scarlet non riuscì più a sopportarlo. Come se la sua giornata non fosse andata abbastanza male — doveva assistere a quelle scene: tutto la stava spingendo ad una crisi di nervi. Voleva solo che smettessero di litigare. Voleva solo che la loro vita tornasse alla normalità.

Fece alcuni passi e aprì la porta del soggiorno, sperando che la sua presenza li avrebbe fatti smettere.

Si fermarono entrambi a metГ  del litigio, voltandosi e guardandola, come cervi inquadrati improvvisamente dalla luce dei fari di un'auto.

“Dov'eri?” il padre scattò contro di lei.

Scarlet era sconvolta: suo padre non le aveva mai inveito contro prima di allora, e non aveva mai neppure utilizzato quel tono. Il suo volto era ancora rosso per il litigio, e lei lo riconobbe a malapena.

“Che cosa vuoi dire?” lei disse, sulla difensiva. “Ero soltanto fuori con Ruth.”

“Per un'ora?”

“Di che cosa stai parlando?” replicò, chiedendosi che cosa intendesse. “Sono stata fuori soltanto pochi minuti.”

“No. Sono andato di sopra a controllare la tua stanza, poi ti ho visto uscire, ed è stato un'ora fa. Dove sei andata?” l'uomo insisté, camminando intorno alla tavola verso di lei. “Non mentirmi.”

A Scarlet sembrò che lui avesse totalmente perso la testa. Non solo sua madre era pazza, ma lo era anche suo padre. Sentì il mondo sprofondarle sotto i piedi.

“Non so di che cosa stai parlando,” scattò la figlia, alzando il tono di voce. Ma stava cominciando a chiedersi se, in qualche modo, avesse perso la cognizione del tempo. Forse le stava accadendo qualcosa. Magari era andata da qualche parte e non lo ricordava. Quel pensiero le fece battere forte il cuore, mentre cominciava a innervosirsi silenziosamente. “Non sto mentendo. E non mi piace che mi accusi del contrario.”

“Hai una vaga idea di quanto fossimo preoccupati per te? Stavo per chiamare di nuovo la polizia.”

“Mi dispiace!” lei urlò. “Non ho fatto niente!”

Lei tremava dentro di sГ© per la rabbia che le bruciava, e non poteva restare un solo istante di piГ№. Si voltГІ e lasciГІ bruscamente la stanza, scoppiando in lacrime, e corse su per le scale.

Non ne poteva piГ№ dei suoi genitori. Era davvero troppo. Ora, persino suo padre non la capiva. E lui era sempre stato, per tutta la vita, al suo fianco, in ogni occasione.

“Scarlet, torna qui!” lui le gridò.

“NO!” lei gli rispose urlando, tra le lacrime.

Lei potГЁ sentire i passi di suo padre, che la seguiva per le scale, mentre lei accellerava il passo. Scarlet si precipitГІ lungo il corridoio, verso la sua stanza, e sbattГ© la porta dietro di lei.

Un istante dopo, l'uomo battГ© i pugni contro la porta.

“Scarlet. Apri la porta. Mi dispiace. Voglio parlare. Ti prego. Mi dispiace.”

Ma Scarlet spense le luci e saltГІ sul letto, e vi si raggomitolГІ piangendo.

“Vattene via!” la ragazza urlò.

Finalmente, dopo quella che era sembrata un'eternità, sentì i passi allontanarsi.

Era troppo presto per dormire e Scarlet si sentiva troppo intorpidita per fare altro.

Rimase a lungo immobile, poi si tirò su e prese il telefono. Le sue notifiche sembravano schizzare alle stelle — la sua pagina su Facebook pullulava di nuovi post e messaggi. Questo la fece solo sentire peggio e chiuse la pagina.

Per molto tempo giacque lì, stesa su un fianco, guardando gli alberi e tutti i differenti colori, che splendevano all'ultima luce del giorno, attraverso la finestra. Osservò diverse foglie staccarsi dagli alberi davanti ai suoi occhi e cadere al suolo.

Si sentì sopraffatta dalla tristezza. Blake non voleva stare con lei; Vivian aveva fatto schierare l'intera scuola contro di lei; le sue stesse amiche non la capivano; non sapeva che cosa stava accadendo al suo corpo. E, soprattutto, aveva gettato via la sua possibilità di parlare con Sage. Tutto stava andando male. E non riusciva a smettere di ripensare al momento trascorso con Blake, vicino al fiume, e a tutto quanto le stava accadendo. Chi era lei veramente?

AllungГІ ujna mano, prese il suo diario e la sua penna preferita e cominciГІ a scrivere.



Non comprendo piГ№ la mia vita. E' surreale. Ho appena incontrato il ragazzo piГ№ incredibile di sempre. Sage. Non voglio ammetterlo, perchГ© piace a Maria, ma non riesco a smettere di pensare a lui. E' come se, in qualche modo, lo conoscessi da sempre. Abbiamo parlato a malapena, sebbene io senta una tale connessione con lui. Maggiore di quella che ho con Blake.

Ma se n'è andato così velocemente, e l'ho rifiutato stupidamente. Vorrei non averlo fatto. Ci sono così tante domande che muoio dalla voglia di porgli. Come su chi sia. Che cosa ci faccia qui. E perché si trovasse di fronte a casa mia. Ha detto che era solo di passaggio, ma in qualche modo, non gli credo. Penso che mi stesse cercando.

Non so più chi sono i miei genitori. Ogni giorno, tutto cambia. Non so nemmeno chi sono io. E' come se tutto il mondo, che una volta conoscevo, il mondo che mi era così familiare e sicuro sia svanito, sostituito da un altro mondo. E sento che, domani, tutto cambierà ancora.

Temo il domani. Tutti mi odieranno? Blake mi ignorerГ ? VedrГІ Sage?

Non posso nemmeno immaginare che cosa mi porterГ  il prossimo giorno.



*



Scarlet aprì gli occhi, svegliata da un campanello. Guardò fuori, e rimase stupita nel constatare che era già mattina presto e che la luce del sole inondava la stanza. Si rese conto di essersi addormentata ancora vestita, sopra le coperte. Afferrò la sveglia e lesse l'ora: 8:30. Il cuore le si colmò di panico. Era in ritardo per la scuola.

Il campanello suonò di nuovo, e Scarlet saltò in piedi. Data l'ora, credeva che i genitori fossero già andati a lavoro, così spettava a lei aprire la porta. Chi poteva suonare a quell'ora del mattino?

Fu tentata di ignorarlo, limitandosi a prepararsi per la scuola, ma quello suonГІ di nuovo.

Ruth abbaiò e abbaiò, e, infine, Scarlet la lasciò uscire dalla stanza e la seguì lungo le scale, fino al soggiorno e poi alla porta.

Ruth si posizionГІ di fronte ad essa, abbaiando fortissimo.

“Ruth!”

Finalmente, Ruth si acquietò, mentre Scarlet si recò alla porta. La aprì lentamente.

Il cuore le si fermГІ.

Lì, a guardarla, c'era Sage. Teneva una rosa nera dal lungo stelo, con entrambe le mani.

“Mi dispiace di essere piombato qui così,” lui disse. “Ma sapevo che ti avrei trovata a casa.”

“Come?” lei chiese, totalmente confusa.

Lui si limitГІ a guardarla.

“Posso entrare?” il ragazzo le chiese.

“Um …” Scarlet esordì.

Una parte di lei desiderava disperatamente farlo entrare, ma un'altra la infastidiva alquanto. Che cosa ci faceva lì? Perché le aveva portato una rosa nera?

Ma poi ancora, non riuscì a mandarlo via.

“Certo,” lei esclamò. “Entra pure.”

Sul volto di Sage comparve un sorriso radioso, mentre faceva un grande passo verso l'ingresso.

In quello stesso istante, con grande stupore di Scarlet, improvvisamente lui affondГІ nel pavimento. SprofondГІ sempre di piГ№, come se fosse inghiottito da sabbie mobili, e sollevГІ una mano, gridando.

“Scarlet!” urlò. “Aiutami!”

Scarlet si allungò e gli afferrò la mano, provando a tirarlo fuori. Ma, improvvisamente, anche lei fu inghiottita dal buco, sprofondando con il volto all'ingiù. Urlò con tutte le forze, mentre finì per volare a piena velocità, dirigendosi verso le viscere della terra.

Scarlet si svegliГІ gridando. Si guardГІ intorno, nella stanza, con il cuore in gola. I primi raggi del sole mattutino filtravano attraverso la finestra. GuardГІ l'orologio. Erano le 6:15.

Si era addormentata ancora vestita. RespirГІ affannosamente e realizzГІ che si era trattato soltanto di un sogno.

Il cuore le batteva fortissimo. Era sembrato così reale.

La ragazza si alzò, andò in bagno e si spruzzò un po' d'acqua fresca sul viso per diverse volte, provando a svegliarsi. Mentre si specchiava, i suoi timori si materializzarono: il suo riflesso. Era diverso. Lei era lì, ma il suo riflesso era traslucido, come se lei fosse un fantasma. Come se stesse svanendo. All'inizio, pensò che la luce si stesse prendendo gioco di lei. Ma accese la luce artificiale, e il riflesso restò sempre uguale.

Scarlet era così infastidita, che le veniva quasi voglia di piangere. Non sapeva che cosa fare. Aveva bisogno di aggrapparsi a qualcosa di concreto. Di qualcuno con cui parlare. Qualcuno che le dicesse che tutto sarebbe andato BENE. Che non stava diventando pazza. Che non stava cambiando. Che era la stessa vecchia Scarlet.

Per qualche ragione, Scarlet pensГІ all'offerta della madre, relativa al prete. Ora sentiva di avere davvero bisogno di lui. Forse avrebbe potuto aiutarla a farla stare meglio.

Uscì nel corridoio e poi vide sua madre percorrerlo, mentre si vestiva per andare a lavorare.

“Mamma?” lei chiese.

Caitlin si fermГІ e si voltГІ, ostentando un'espressione sorpresa.

“Oh tesoro, non sapevo che fossi già sveglia a quest'ora,” lei disse. “Stai bene?”

Scarlet annuì, timorosa di scoppiare in lacrime, camminò lungo il corridoio e abbracciò sua madre.

La madre ricambiò, abbracciandola forte, e la cullò, ed era così bello stare tra le sue braccia.

“Mi manchi tesoro,” Caitlin disse. “E ti voglio tanto bene.”

“Anch'io ti voglio bene,” Scarlet disse, il capo reclinato sulla spalla, e cominciò a piangere.

“Che cosa c'è che non va?” la donna le chiese, e si staccò dall'abbraccio.

Scarlet si asciugГІ una lacrima, all'angolo dell'occhio.

“Ricordi la tua offerta dell'altro giorno? Di vedere il prete?”

La madre annuì.

“Mi piacerebbe andarci. Possiamo andarci insieme? Oggi dopo la scuola?”

La madre si aprì in un sorriso, sembrando sollevata.

“Certo che possiamo, tesoro.”

Abbracciò Scarlet di nuovo. “Ti voglio bene. Non dimenticarlo mai.”

“Anch'io ti voglio bene, mamma.”




CAPITOLO CINQUE


Scarlet andò a scuola in anticipo, per la prima volta da anni. I corridoi non brulicavano ancora di ragazzi, tanto che le sembrava di camminare una città fantasma, mentre raggiungeva il proprio armadietto. Era abituata ad entrare più tardi, quando il posto era pieno di studenti, ma oggi, dopo quell'incubo, si era sentita troppo agitata per restarsene seduta a casa ad aspettare. Aveva anche controllato la sua pagina Facebook e l'account Twitter, notando l'assurda quantità di attività che i post di Vivian e delle sue amiche avevano provocato, ed era così ansiosa di scoprire come la scuola avrebbe reagito, che aveva pensato di andare prima a scuola, confidando che, in qualche modo, questo l'avrebbe aiutata a respingere il tutto. Quanto meno, arrivando prima, si sentiva in qualche modo sicura, in qualche modo preparata.

Ma, naturalmente, sapeva che non tutto sarebbe andato per il meglio. Presto quei corridoi si sarebbero riempiti di moltissimi ragazzi, che si sarebbero divisi in gruppetti, l'avrebbero fatta sentire in minoranza, l'avrebbero guardata e avrebbero fatto commenti a voce bassa. Tra loro, forse, anche Blake. Si chiese se poteva essersi spinto fino a raccontare a tutti del loro appuntamento. Aveva spiegato che cosa era accaduto? Aveva detto a tutti che lei era una sorta di fenomeno da baraccone?

Quell'idea l'aveva talmente nauseata, che aveva persino saltato la colazione quella mattina. Avrebbe dovuto affrontare la questione, e si chiese quante centinaia di ragazzi avevano seguito i post — e che cosa pensassero tutti di lei. Una parte di lei voleva rannicchiarsi e morire, scappare via e lasciare quella città, per non tornarvi più.

Ma in realtГ  non sapeva che cosa sarebbe accaduto; perciГІ si rese conto che sarebbe stato meglio mostrarsi coraggiosa e affrontare la questione.

Quando aprì il suo armadietto e prese i libri che le servivano per le lezioni del giorno, si rese conto di quanto fosse rimasta indietro nei compiti. Anche questo non era affatto da lei. Gli ultimi due giorni erano stati così folli, tutto era stato così diverso dal solito. A peggiorare le cose, le dava anche fastidio la luce del mattino che filtrava dalle finestre, e si rese conto di avere un tremendo mal di testa, cosa che non aveva mai avuto prima di allora. Si ritrovò a coprirsi gli occhi in un corridoio particolarmente luminoso e si chiese di nuovo se avesse qualcosa che non andava. Era ancora malata forse?

Scorse i suoi vecchi occhiali da sole lì, sulla mensola in alto all'interno del suo armadietto, e decise di prenderli e indossarli all'interno dell'edificio, per tutta la giornata. Ma sapeva che questo avrebbe attirato ancora più attenzioni sgradite.

Come un'onda di marea, i corridoi cominciarono a riempirsi di ragazzi, provenienti da ogni direzione. Lei diede un'occhiata al suo cellulare e si accorse che la prima lezione sarebbe cominciata tra pochi minuti. Fece un respiro profondo e chiuse l'armadietto.

Aveva notato sul cellulare l'assenza di sms e riprese a pensare di nuovo a Blake, al giorno precedente. A quando lei era corsa via. Si chiese di nuovo che cosa poteva aver raccontato agli altri. Aveva davvero detto di tutte quelle cose brutte? Che lui l'aveva scaricata? O che era stata Vivian a intervenire? Che cosa pensava davvero il ragazzo di lei? E perchГ© non aveva risposto al suo sms?

Aveva pensato, naturalmente, che il silenzio fosse una risposta. Che lui, infastidito, aveva smesso di provare interesse per lei. Ma avrebbe voluto almeno una risposta, mentre controllava di nuovo il suo cellulare, solo per essere sicura di quale fosse la realtà — anche soltanto per dirle che non era interessato. Lei odiava non sapere.

Come se tutto ciò non bastasse, non poteva fare neanche a meno di smettere di pensare a Sage. Il loro incontro, di fronte a casa sua, era stato così misterioso. Si pentì di essere andata via da lui, e avrebbe voluto avere qualche momento in più per parlargli, e porgli delle altre domande. Il suo sogno l'aveva mandata fuori di testa, in ogni caso, e non riusciva a capire perché lui le fosse rimasto così impresso nella mente, persino più di Blake.

Si sentiva così confusa. Con Blake, era come se pensasse a lui in modo cosciente; con Sage, era come se non potesse evitarlo — pensava a lui che lo volesse o meno, e non comprendeva i forti sentimenti che nutriva per lui. Abbastanza stranamente, sebbene conoscesse Blake da anni, in qualche modo, si sentiva più vicina a Sage. Quel che la preoccupava più di ogni altra cosa era che questo non aveva alcun senso. Scarlet odiava non comprendere — specialmente se si trattava di questioni di cuore.

“Oh mio Dio, Scarlet?” giunse la voce.

Non appena chiuse il suo armadietto, vide Maria lì, che la guardava come se stesse guardando una nota celebrità.

“Non vieni mai qui così presto! Ti ho inviato un milione di messaggi ieri sera! Che cosa è successo? Dov'eri? Stai BENE?”

Scarlet si sentì sopraffare dal rimorso; era stata troppo sconvolta per rispondere a tutti i suoi sms. Avvertì anche un nuovo senso di nervosismo riguardo a Maria, dati i suoi sentimenti per Sage. Dopotutto, Maria le aveva detto chiaramente di essere ossessionata per Sage. Scarlet temeva che, se Maria avesse scoperto che aveva parlato con lui la sera precedente — di fronte alla sua stessa casa— sarebbe andata fuori di testa. L'amica, infatti, era molto possessiva, quasi territoriale si potrebbe dire, con i ragazzi: pensava sempre che qualsiasi ragazzo su cui posava gli occhi fosse suo — indipendentemente che la persona in questione sapesse o no della sua esistenza. E, se qualcuno si metteva sulla sua strada, anche accidentalmente, diventava il suo nemico principale. Sapeva essere perfida in tal caso — e non avrebbe mai potuto perdonare e dimenticare. Maria era quel tipo di persona e si sarebbe comportata così, che si trattasse della sua più cara amica o di un nemico mortale.

“Scusa,” Scarlet rispose. “Sono crollata prima del solito. Non mi sentivo bene. E non potevo gestire tutta la faccenda di Facebook.”

“Accidenti, io la odio,” Maria disse. “Vivian. Che serpente. Chi crede di essere? Ho postato sulla sua bacheca e anche su quella delle sue amiche. Le ho messe al loro posto, per averti preso in giro.”

Scarlet apprezzò molto il sostegno di Maria — il che la fece sentire persino più in colpa per aver parlato con Sage. Avrebbe voluto proprio dirle tutto, spiegarle che cosa era accaduto con Sage— ma lei stessa non riusciva a spiegare l'accaduto. E temeva che, se solo avesse fatto un accenno, Maria avrebbe reagito davvero male.

“Sei la migliore,” Scarlet disse, mentre l'abbracciava per ringraziarla.

Le due camminarono fianco a fianco, lungo i corridoi, che si stavano riempiendo rapidamente; la confusione andava sempre aumentando, mentre camminavano fino all'altra estremitГ  della scuola, per la loro prima lezione insieme.

“Voglio dire, il suo fegato,” Maria disse. “Innanzitutto, ti ha rubato il ragazzo. Poi, ha postato tutto. Ti ha appena minacciato. Ed è gelosa. Sa semplicemente che sei la ragazza migliore.”

Scarlet si sentì leggermente meglio, sebbene provasse una leggera tristezza all'idea di aver perso Blake. Specialmente in quelle circostanze. Tutto ciò che voleva era una possibilità per spiegare a Blake, per dirgli che, qualunque cosa fosse accaduta vicino al fiume, quella non era lei. Ma non sapeva davvero come spiegarsi. Che cosa poteva dirgli? Aveva creduto di esserci ben riuscita nel suo sms. E lui non le aveva mai risposto.

“Hei ragazze,” giunse la voce.

Le due amiche furono raggiunte da Jasmin e Becca. Scarlet sentì il loro sguardo su di lei, e stava cominciando a diventare paranoica per tutta quell'attenzione.

“Ciao,” Scarlet rispose, mentre camminavano tutte insieme, proseguendo come un piccolo gruppo, nei corridoi. “Dunque ci stai tenendo tutte in suspense?” Jasmin chiese. “Che cosa è successo con Blake?”

Scarlet poteva sentire i suoi occhi su di lei, e si sentì sconvolta. Mentre camminavano, vide anche gli occhi degli altri ragazzi su di lei. Volle pensare di essere soltanto paranoica — ma sapeva di non esserlo. C'era senz'altro una marea di persone che la guardava, di soppiatto, come se lei fosse una sorta di fenomeno da baraccone. Si chiese ancora una volta quanti ragazzi fossero stati online ed avessero letto tutti i post e che cosa credessero. Sarebbe stata conosciuta come la ragazza scaricata da Blake? Erano tutti convinti che lei aveva perso Blake, perchè il ragazzo aveva scelto Vivian? Bruciò di rabbia a quel pensiero.

“E' vero?” Becca domandò. “Ti ha davvero scaricata?”

“Se l'ha fatto,” Jasmin esclamò, “devi soltanto dircelo, e noi ci vendicheremo sulla sua bacheca su Facebook.”

“Grazie ragazze,” Scarlet disse. Pensò al miglior modo in cui risponderle ma non sapeva davvero come spiegarsi.

“Allora?” Maria insisté. “Non ce lo dirai?”

Scarlet alzГІ le spalle.

“Non sono sicura di che cosa dire. Non c'è davvero niente da dire. Siamo andati al fiume, e …” La ragazza si fermò, interrogandosi su come formulare la frase. “… Blake mi ha baciato.”

“E?” Jasmin la punzecchiò. “Ci stai tenendo sulle spine!”

Scarlet alzГІ le spalle.

“E' tutto. Non è accaduto proprio niente. Voglio dire, lui mi piace. Mi piace ancora. Ma…sono andata via. Intendo dire che mi sono sentita davvero male, così me ne sono dovuta andare, in modo piuttosto brusco.”

“Che cosa intendi dire quando dici che ti sei sentita male?” Becca chiese.

“Lo stomaco aveva cominciato a farmi molto male,” lei mentì, senza sapere cos'altro aggiungere. “E mi era venuta una tremenda emicrania.” Almeno, era una mezza verità, pensò. “Credo che fossi ancora malata dall'altro giorno. Perciò, sono andata via di lì. Immagino che si sia trattato di una mossa sbagliata.”

“Quindi Blake ti ha portata indietro? O è stato un totale idiota?” Jasmin chiese.

Scarlet alzГІ di nuovo le spalle.

“Non è stata colpa sua. Non gli ho proprio dato il tempo, immagino. Me ne sono andata. Mi è dispiaciuto. Volevo spiegarglielo. Ma non ha mai risposto al mio sms.”

“Che idiota,” Maria disse.

“Che perdente,” Jasmin aggiunse. “Davvero. Perciò, ti sei sentita male — e allora, perché non risponde ai tuoi sms? Che problema ha? Quindi ti sei sentita male. Una cosa grave. Voglio dire, non ti dà la possibilità di spiegarti?”

“Assolutamente,” Maria s'intromise. “E poi, ritorna da Vivian e ti scarica per lei? Solo perché stavi male? Che problema ha? Non ti merita per niente. Meglio così.”

Scarlet apprezzò davvero tutte le voci di sostegno, che la fecero sentire meglio. Non l'aveva mai pensata in quel modo. Immaginò di essere stata la sua critica peggiore. Più ci pensava, più si convinceva che avevano colto nel segno. Forse Blake avrebbe dovuto mostrarsi più comprensivo; forse avrebbe dovuto agire diversamente, chiedendole come si sentiva; forse non avrebbe dovuto agire così in fretta, correndo da Vivian.

Ma lo aveva davvero fatto? O ci aveva pensato Vivian ad inventare tutto?

“Vi ringrazio ragazze,” lei disse. “Lo apprezzo davvero. Ma, onestamente, io non so che cosa è accaduto dopo in realtà. Non so se è tornato da Vivian o se è stata lei a inventare tutto.”

“Perciò, immagino che ciò significhi che non andrai al ballo con lui?” Maria chiese. “E allora con chi ci andrai? Voglio dire, non avrai intenzione di non andarci?” domandò, alzando il tono della voce, come se fosse la cosa peggiore al mondo.

Scarlet alzò le spalle. Quello stupido ballo — non poteva capitare in un momento peggiore. Non sapeva davvero che cosa dire.

“Dubito che Blake mi ci accompagnerà,” lei disse. “E per andarci da sola….”

Per un istante, Scarlet non potГ© fare a meno di pensare a Sage. Si rese conto di quanto le sarebbe piaciuto andarci con lui. Non riusciva a capire perchГ© ma il suo volto era rimasto impresso nella sua mente.

Allo stesso tempo, pensò a Maria, a che cosa l'amica avrebbe provato — e l'idea di andare al ballo con Sage le sembrò un tradimento. Provò a scacciare l'immagine dalla mente, il più rapidamente possibile.

“Se non ci andrò, non ci andrò,” lei disse infine. “Va tutto bene. Magari l'anno prossimo.”

“C'è una grossa festa pre-partita stasera a casa di Jake Wilson. I suoi genitori sono via. Ci andremo tutti. Devi venire. Forse ci troverai un accompagnatore.”

Scarlet deglutì. Uscire di soppiatto e cercare un compagno quella sera era l'ultima cosa che intendeva fare.

“Ad ogni modo, non sentirti giù,” Maria disse. “Nemmeno io ho un accompagnatore.”

“Che ne dici di Brian?” Jasmin le chiese.

“Tra noi è finita, ricordi?” lei disse.

“Ma non ha una ragazza.”

Maria alzò le spalle. “Non me l'ha chiesto. E non voglio andarci con lui. Sage è il solo con cui voglio davvero andarci. Il nuovo ragazzo.”

Scarlet deglutì.

“Allora perché non glielo chiedi?” Becca le chiese.

“Sì, continui a parlare di lui, ma non ti sei ancora avvicinata,” Jasmin disse. “Smettila di essere fifona.”

“Non sono fifona,” Maria scattò, rispondendo.

“Fifona, fifona!” la derisero.

Il viso di Maria si fece rosso, e Scarlet vide quanto fosse arrabbiata.

“Non sono fifona. Infatti, la prossima lezione ce l'ho insieme a lui. Glielo chiederò.”

“No, non lo farai,” Becca disse.

“Non lo faresti mai,” Jasmin disse.

“Guardatemi,” Maria disse.

“Ma non è complicato?” Becca disse. “Tu che glielo chiederai?”

Maria alzò le spalle. “Potrebbe essere meglio. Ma che cosa dovrei fare? Lui è nuovo. Se non glielo chiedo, non lo farà nessun altro. E se non è interessato a me, è meglio che lo sappia ora, giusto?”

“Penso ancora che sei tutta chiacchiere,” Jasmin esclamò.

Maria la guardò. “Ci rivediamo tra un'ora e vedremo chi è tutta chiacchiere.”

Scarlet fu sollevata perchГ© la conversazione aveva cambiato soggetto. Stava iniziando a sperare che tutta l'attenzione negativa potesse spostarsi rapidamente da lei e che tutti le levassero gli occhi di dosso. Dopotutto, i ragazzi passano a nuovi argomenti di gossip davvero rapidamente. Ma, quando pensГІ alla prossima lezione, con Sage e Maria, il suo stomaco sprofondГІ.

Non appena svoltarono l'angolo, lo stomaco di Scarlet sprofondò ancora di più: lì, appoggiate ad una parete, c'erano Vivian e le sue amiche. Sgomitarono tra loro, guardando nella sua direzione, poi ridacchiarono e bisbigliarono.

Vivian si voltò e guardò dritto verso di lei, con un sorriso vittorioso. Lei notò la meschinità nel suo volto perfetto, la futile soddisfazione che aveva tratto dal maltrattarla on line. Per un istante, in Scarlet montò una tale rabbia che desiderò attaccarla. L'ira invase ogni parte del suo corpo, dai piedi alla punta delle dita. Non capiva che cosa le stesse accadendo: fu come una vampata di calore. Il suo corpo si sentì più forte, più violento, e meno in grado di controllarsi. Voleva andarsene da lì al più presto, prima che accadesse qualcosa di male.

“Bene, bene, bene,” Vivian disse ad alta voce, mentre le passarono davanti. La tensione nell'aria era così spessa, che si poteva tagliare con un coltello.

“Guarda chi c'è. Gli avanzi di Blake.”

“E' quasi un'affermazione, specialmente proveniente dal rifiuto di Blake,” Jasmin scattò contro di lei.

“Hai tanta paura di dirglielo in faccia, che devi ricorrere ad un post online?” Maria provocò.

Sul volto di Vivian comparve un'espressione disgustato, così come su quello delle amiche. Scarlet era mortificata. Voleva soltanto che tutto fosse dimenticato. Apprezzava la lealtà delle sue amiche, ma non voleva che questo sfociasse in una vera guerra.

“E questo è la voce di una ragazza che non ha neppure un accompagnatore per il ballo,” Vivian rispose a tono, rivolgendosi a Maria. “Perdente,” lei disse.

“Preferisco non avere un ragazzo, piuttosto che avere gli avanzi di qualcuno,” Maria scattò.

“Per favore Maria,” Scarlet disse tranquillamente. “Continuiamo semplicemente a camminare.”

Per un istante, sembrГІ che i due gruppi di ragazze fossero pronti a scattare l'uno contro l'altro e che ne sarebbe nata una gigantesca rissa. Per quanta rabbia Scarlet sentisse scorrerle tra le vene, non voleva nessun altro scontro.

Fece un cenno alle amiche, e il gruppo continuГІ lentamente a camminare, allontanandosi sempre di piГ№ lungo il corridoio. Scarlet non voleva scendere al livello di Scarlet.

Proprio quando i due gruppi si stavano allontanando l'uno dall'altro, improvvisamente Scarlet percepì qualcosa. Era una strana sensazione, che non aveva mai provato prima di allora. Dal nulla, i suoi sensi si misero in massima allerta: sentì, più che vedere, un'energia oscura avvicinarsi a lei, cogliendola alle spalle. Non sapeva come, ma era così. E poi, l'udito le si fece molto più acuto: sentiva ogni minuscolo movimento nel corridoio. Sentì il suono dei passi di una ragazza, che le si avvicinavano da dietro.

Reagendo alla velocità della luce, Scarlet sentì improvvisamente il suo corpo voltarsi, la sua stessa mano sollevarsi mentre si girava e si vide afferrare la mano di qualcun altro, mentre si avvicinava alla sua nuca.

Scarlet guardò in alto e si stupì al vedersi mentre stringeva il polso di Vivian. Guardò oltre e vide un grande pezzetto di chewing gum nel palmo della sua mano, e vide anche la sua espressione scioccata. Poi, realizzò che cos'era avvenuto: Vivian era lentamente apparsa dietro di lei, e stava per infilarle il chewing gum tra i capelli. In qualche modo, Scarlet l'aveva percepito, e si era voltata, bloccandola all'ultimo secondo, a pochi centrimetri di distanza.

Mentre Scarlet stava lì, si ritrovò a stringere il polso di Vivian con una forza incredibile; Vivian cadde in ginocchio, e gridò per il dolore.

Tutti i presenti nei corridoi si fermarono, mentre una grande folla si radunГІ intorno.

“Mi stai facendo male!” Vivian gridò. “Lasciami!”

“LOTTA!LOTTA!” urlò la folla di ragazzi, che si era improvvisamente radunata intorno a loro.

Scarlet sentì la rabbia sopraffarla completamente, una rabbia che riusciva a malapena a controllare. Qualcosa nel suo corpo l'aveva protetta dal subire, e ora anelava vendetta—rompere il polso di quella ragazza.

“Perché dovrebbe farlo?” Maria gridò. “Stavi per attaccarle del chewing gum tra i capelli.”

“Ti prego!” Vivian imprecò. “Mi dispiace!”

Scarlet non comprendeva che cosa la stesse sopraffacendo, e questo la innervosiva. In qualche modo, all'ultimo secondo, riuscì a imporsi di fermarsi. Mollò finalmente la presa.

Il braccio di Vivian crollГІ al suo fianco, e la ragazza si rimese in piedi e corse di nuovo dal suo gruppo di amiche.

Scarlet si voltГІ, con il cuore che le batteva forte, e si diresse lungo il corridoio insieme alle amiche. Lentamente, i corridoi tornarono di nuovo alla vita, ma tutti sussurravano mentre si disperdevano. Le amiche di Scarlet si radunarono intorno a lei.

“Accidenti, come ci sei riuscita?” Maria chiese, stupita.

“E' stato incredibile!” Jasmin disse. “L'hai davvero messa al suo posto.”

“Non riesco a credere che stesse per metterti il chewing gum tra i capelli,” Becca esclamò.

“Ha avuto quello che si meritava,” Maria disse. “Bella mossa, ragazza. Credo che ci penserà due volte prima di infastidirti di nuovo.”

Ma Scarlet non si sentiva bene. Si sentiva solo svuotata, priva di forze. Ed ancora piГ№ sorprendente era ciГІ che le stava accadendo. Da un lato, naturalmente, era elettrizzata di essere riuscita a fermare Vivian in tempo, di aver saputo lottare e mettersi in piedi da sola. Ma, al contempo, non riusciva a comprendere come fosse riuscita a reagire in quel modo.

Gli occhi le dolevano ancora di più, e l'emicrania stava decisamente peggiorando, e, per quanto folle potesse sembrare, non riuscì a fare a meno di sentirsi come se in qualche modo stesse cambiando. E questo la terrorizzò più di ogni altra cosa.

La campanella suonГІ e, proprio prima di entrare in classe, Scarlet guardГІ davanti a sГ©, per poi vedere Blake. Il giovane era insieme a un gruppo di pochi amici; uno di loro gli diede un colpetto, lui si voltГІ e le lanciГІ uno sguardo. Per un istante, i loro sguardi s'incontrarono. Scarlet provГІ a decodificare la sua espressione. SperГІ, piГ№ di ogni altra cosa, che si voltasse e si avvicinasse a lei, dandole una possibilitГ .

Ma lui si voltГІ di scatto nella direzione opposta e si allontanГІ con i suoi amici.

Scarlet sentì il suo cuore spezzarsi. Era così. Non era più interessato a lei. Non solo questo, ma non le stava nemmeno rivolgendo la parola. La ignorava. Questo la feriva più del resto. Lei aveva pensato che avessero qualcosa di reale insieme, e non riusciva a comprendere come fosse crollato tutto così rapidamente, come aveva potuto scomparire tutto tanto facilmente. Perché non poteva essere almeno più comprensivo con lei — e concederle almeno la possibilità di spiegarsi?

Non era ancora iniziata la prima lezione del giorno e Scarlet si sentiva giГ  malconcia, come un sacco da pugilato. Aveva giГ  sperimentato un vortice di emozioni, e si chiese se sarebbe stata in grado di superare l'intera giornata.

“Coraggio, non hai bisogno di lui,” Maria disse, prendendola sottobraccio e guidandola alla prima lezione della giornata. Scarlet deglutì, sapendo che ad attenderla oltre quelle porte c'era Sage.




CAPITOLO SEI


La prima lezione di Scarlet era seguita da circa trenta ragazzi, tutti affannati a trovare posto. I banchi erano allineati in tre file ordinate di dieci, mentre sul lato dell'aula c'erano lunghe tavole di legno, con relative panche. Si guardГІ intorno e vide con sollievo che Sage era assente; almeno, quello era un dramma in meno da gestire quel giorno.

“Lui dov'è?” Maria chiese, demoralizzata.

Era inglese, la lezione preferita di Scarlet. Normalmente, sarebbe stata felice di stare lì, sia perché il Signor Sparrow era il suo insegnante preferito sia perché stavano studiando Shakespeare e la sua tragedia preferita: Romeo e Giulietta.

Ma, appena si sedette al proprio posto, nella fila accanto a Maria, si sentì svuotata. Apatica. Riuscì a malapena a concentrarsi su Shakespeare. La classe era silenziosa; lei estrasse i suoi libri mnemonicamente, e guardò la pagina, come avvolta da una nebbia.

“Oggi sarà un po' diverso,” il Signor Sparrow annunciò.

Scarlet guardò in su, felice di sentire il suono della sua voce. Alla fine dei 30 anni, bello, leggermente non rasato, con capelli lunghi e una forte mascella, sembrava fuori posto in quel liceo. Era più affascinante degli altri, come un attore che aveva appena passato la sua prima. Era sempre così felice, sorrideva sempre e così gentile con lei — e con tutti gli studenti. Non aveva mai avuto una parola cattiva per lei, e dava sempre a tutti una A. Riusciva anche a rendere facile da comprendere persino il testo più complicato, e sapeva coinvolgere tutti eccitati in merito a quanto leggevano. Era anche una delle persone più intelligenti che avesse mai incontrato — con una conoscenza enciclopedica del mondo e della letteratura classica.

“Una cosa è leggere semplicemente le opere di Shakespeare,” lui annunciò, con un sorriso birichino sul volto. “Ed è quasi un'altra, recitarle,” lui aggiunse. “In effetti, si potrebbe discutere sul fatto che non possiate davvero ottenere una comprensione delle sue opere, finché non le leggete voi stessi ad alta voce — e le avete anche recitate.”

La classe ridacchiГІ in risposta, i ragazzi guardarono e bisbigliarono tra loro in un brusio di eccitazione.

“E' giusto,” lui disse. “Avete indovinato. Dopo la discussione di oggi, ci divideremo in gruppi, ognuno di voi sceglierà un compagno e reciterà il testo ad alta voce, l'uno all'altro.”

Sussurri eccitati si diffusero nella classe, e il livello di energia aumentò di alcuni gradi. Riuscì a destare Scarlet dai suoi pensieri, facendole dimenticare, per pochi minuti, tutti i problemi nella sua vita. Avere un compagno e leggere le battute: sarebbe stato decisamente divertente.

Improvvisamente, la porta dell'aula si aprì, e Scarlet si voltò con il resto della classe, per vedere di chi si trattasse.

Lei non riuscì a crederci. Lì, orgogliosamente con il libro in mano, c'era Sage, che indossava una giacca di pelle, degli stivali neri di pelle e jeans di marca con una grande cintura di pelle nera e una grossa fibbia d'argento. Indossava una camicia con il colletto abbottonato, allentata, e mostrava una collana scintillante — sembrava platino bianco — con un grosso pendente nel mezzo. Sembrava fosse fatto di rubini e zaffiri, e rifletteva la luce.

Il Signor Sparrow si voltГІ e lo guardГІ, sorpreso.

“E tu sei?”

“Sage,” lui rispose, porgendogli la mano. “Mi dispiace sono in ritardo. Sono nuovo.”

“Bene allora sei più che benvenuto,” il professore rispose. “Vi prego ragazzi, date il benvenuto a Sage e fategli spazio lì in fondo.”

Il Signor Sparrow tornГІ alla lavagna.

“Romeo e Giulietta. Tanto per cominciare, parliamo del contesto di quest'opera …”.

La voce dell'insegnante svanì nella testa di Scarlet. Il cuore le batté forte mentre Sage giunse in fondo alle file di posti. E poi, improvvisamente, si rese conto: la sola sedia vuota nell'aula era proprio dietro di lei.

Oh no, lei pensГІ. Non con Maria seduta proprio vicino a lei.

Mentre Sage percorreva il corridoio, le sembrГІ di vederlo voltarsi e guardare nella sua direzione. Lei distolse velocemente lo sguardo, pensando a Maria, e non comprendendo perchГ© la stesse guardando in quel modo.

Si agitò ancora di più quando lo vide camminare dietro di lei, sentì la sua sedia strisciare e lo sentì sedersi dietro di lei. Poté sentire l'energia provenire da lui; era straordinaria.

Improvvisamente, il cellulare le vibrГІ nella tasca. Introdusse furtivamente una mano in tasca, lo estrasse di pochi centimetri, e guardГІ. Naturalmente. Era Maria.

Oh mio Dio, sto morendo.

Scarlet spinse di nuovo il cellulare nella sua tasca, e non si voltГІ a guardare Maria, non volendo far capire che si stessero inviando degli sms. Poi, rimise le mani sul banco, sperando che Maria smettesse semplicemente di inviarle degli sms. Non voleva davvero inviare degli sms ora. Voleva concentrarsi.




Конец ознакомительного фрагмента.


Текст предоставлен ООО «ЛитРес».

Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию (https://www.litres.ru/pages/biblio_book/?art=43695743) на ЛитРес.

Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.



Если текст книги отсутствует, перейдите по ссылке

Возможные причины отсутствия книги:
1. Книга снята с продаж по просьбе правообладателя
2. Книга ещё не поступила в продажу и пока недоступна для чтения

Навигация